Pubblicato il 06/04/2010 13:24:48
Grazie "a Muzaffar... martire di questo tempo"
Grazie al dolore che rende i nostri cuori più delicati e forti. Grazie al piombo che c'insegna il valore del canto e ci ricorda l'appuntamento fuggente e il bacio dimenticato. Grazie alle prigioni che fan tornare alla mente l'azzurro del cielo e il tocco delle erbe vaghe. E grazie al mondo... sui suoi aspetti più neri scriviamo questi incliti poemi. Grazie a Nerone, a Caligola, a Hiroshima, alla cella sbarrata e alla croce uncinata, alle bare, alle epidemie, ai cancri del sangue; essi ci ricordano la vita che fu... e gli imminenti oblii. Grazie agli incubi - dice l'uomo timoroso - essi aprono le strade chiuse e guidano al tempo pacifico. E grazie alla notte che i volti dei tiranni rende più laidi e neri. Ai pugnali schifosi e alle zanne ben fisse. E grazie al pianto... E grazie ai nazisti e ai tribunali dell'inquisizione... e a Ponzio Pilato. E grazie al mio cuore... che continua ad amarvi.
1977
Dal diwàn Ayyuhà al-zamàn al-dàyyiq... ayyatuhà al-ard al-wàsi'a (O tempo angusto... o terra vasta), Damasco 1978, la versione italiana del poema si trova in Nazìh Abu Afash, Libertà ..., p. 37.
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