Pubblicato il 30/12/2011 12:12:26
ANTICHE, CATTIVE USANZE DELLA NOTTE DI S. SILVESTRO Al mio paese, non lo nominiamo per non fare torto agli altri, che, sovente, avevano le medesimi usanze, allo scadere della mezzanotte dell’anno appena terminato, sancito dal suono delle campane per i meno abbienti, dagli orologi per i più fortunati o anche dalla sveglia sul comodino, che per l’occasione campeggiava al centro della tavola imbandita, per i più ricchi dalla radio e…poi basta perché la televisione non c’era ancora, esisteva un incivile rituale che oggi, a distanza di oltre mezzo secolo, condanno apertamente ed in maniera…informatica. Tra i colpevoli, naturalmente, anche io davo il mio incivile contributo. Buttare dalla finestra o dal balcone un cantaro (vaso da notte e pure da giorno) stracolmo di cacca e pipì familiare, cioè fatta da tutti i membri della famiglia, esclusi quelli in fasce ( il fascismo non c’entra perché da poco era scomparso). Il compito di gettare il cantaro in mezzo alla strada era riservato al capofamiglia, ma anche le padrone di casa, specialmente negli ultimi anni di questa barbarica tradizione, essendo anche più superstiziose degli uomini, si attribuivano questo profumato compito. Oltre ai “tric-trac” ed alle “cipolle” vere e proprie bombe carta provviste di una miccia che dopo accesa durava pochi secondi, giusto il tempo per buttarla giù, si accendevano “biancali”, meno pericolosi, che al massimo potevano bruciare la mano, ma se andavano a finire in un occhio potevano anche accecare, si buttavano con soddisfazione, i “caccavielli” quasi sempre di terracotta. Questi servivano per cucinare minestre, bollire maccheroni o pezzi di carne. Per maggiore chiarezza aggiungiamo che il caccaviello era addetto a quello che entrava nel corpo umano, il cantaro a quello che usciva… Anche qualche “tiella” in alluminio, unta e consunta dal lungo uso, spesso bruciata perché dimenticata sul fuoco dei carboni dalla buona massaia che chiacchierava con la vicina di casa, con le finestre che distavano talvolta una diecina di metri, facendo bruciare il soffritto ed anche l’utensile da cucina. Insomma, a mezzanotte di trapasso dell’anno vecchio e l’anno nuovo, si buttava in mezzo alla strada di tutto e di più… Tutto questo con grande gioia dei “munnezzari”, traduzione in italiano “operatori ecologici”, che dovevano fare lo straordinario per ripulire le strade. E meno male che allora non c’era il cartone ondulato, il polistirolo e la plastica. Oggi, penso, l’unica cosa che la maggior parte delle persone butterebbe giù dalla finestra, allo scoccare della mezzanotte, è la bolletta della tarsu. E la suocera??? Nò! Tenetevela cara.Può sempre servire. (Catello Nastro) Comunicato stampa a cura di agropolicultura.blogspot.com
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