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Ogni lettore, quando legge, legge se stesso. L'opera dello scrittore è soltanto una specie di strumento ottico che egli offre al lettore per permettergli di discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in se stesso. (da "Il tempo ritrovato" - Marcel Proust)

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da I poeti hanno unghie luride, Boopen. 2010

di Ketti Martino
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Pubblicato il 02/07/2017 22:02:21

Scivola la voce nel dire, nel non dire

di vocali e consonanti

accarezza soggetti e desinenze

romanza sinonimi essenziali.

Aggiunge verbi, sopprime articoli.

Accantona gli aggettivi nello sgabuzzino

e striglia i congiuntivi arrotolati sulle dita.

Rimescola gli avverbi coi pronomi

in un valzer che sa d’amore e luce.

Scorre sulla lingua il tempo,

fa luce al desiderio, ripiega l’ombra

ed è concetto

idea

soluzione ultima

esaltazione.

È poesia.

 

*

 

La mia vita è un quartiere sgombro ingoiato dal silenzio,

landa genuflessa senza lavori in corso e strade parallele

abitacolo sventrato con abiti dismessi, impolverati

e quelli ancora nuovi già invecchiati.

Ho traslocato mille volte da me stessa,

e sempre son tornata, con rime mal cucite

e un Golgota sedato dentro al cuore.

Taccio per uniformarmi allo sgomento

rivestire i luoghi

svuotare due bagagli.

 

*

 

È immerso nella nebbia il letto,

pane dimezzato in un sorriso senza varco.

Sognare mondi infermi è pazzia

restare in equilibrio sopra i tetti è follia.

Mi industrio a ricoprire lembi,

cucire pelle con mastice e saliva,

nascondere capelli bianchi e ruggine.

Eppure sono ancora io in quello specchio,

deforme e concava è perfino la mia ombra:

lamina essiccata divenuta tana.


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