Gentile individuo,
a causa della sua estrema conformazione non possiamo stabilire una comunicazione efficace. Il nostro sistema di risposta automatica provvederà a perseguire con lei un’ultima considerazione, indipendentemente dal suo coefficiente di attenzione.
Consci della sua scarsa empatia e della sua ostinazione alla non comprensione ci auguriamo che possa interrogarsi e tornare ad un livello funzionale di comunicazione con noi.
La salutiamo con viva cordialità.
Private AutomaticTextAnswer text;
Private int comprensione;
Set comprensione = get {(comprensione _Individuo).value};
Set AutomaticTextAnswer = "Tutti dovremmo vivere per uno scopo, per un senso profondo. Almeno per la ricerca di uno scopo e un senso profondo.
Siamo tutti soggetti a quello che le masse sociali fanno o dicono. Facendone parte, visto che non siamo alieni (ma siamo molto alienati), siamo anche soggetti a giudicare e selezionare. Per indole, lo si faccia meno o di più, tutti noi umani all’interno del sistema sociale giudichiamo e veniamo giudicati.
Fa parte della natura: la notazione di differenze sociali (e non) sono un elemento costante e imprescindibile del rapportarsi societario. In questo contesto in cui non si può evitare di giudicare ed essere giudicati, possiamo se non altro differenziarci sulla reazione di tale giudizio o subito giudizio.
Ci sono persone che valutano le vite degli altri e, avvertite differenze con se stessi attivano quella che è una delle più diffuse reazioni: lo straniamento, l’incomprensione, la rabbia, l’invidia, la paura…etc.
Ogni individuo può reagire in qualunque modo possibile. Tutti però, sono soggetti ad un solo elemento che provoca tali reazioni: la diversità.
Avere uno stile di vita diverso da un individuo porterà quest’ultimo sempre a sviluppare una reazione. Quello che possiamo fare e tentare di non copiare le reazioni più diffuse. Crearcene una nostra sarebbe più interessante, più utile.
Visto che l’empatia è una rara virtù, la comprensione dovrebbe quanto meno scattare come sostituta. Chi fa x e vive secondo x potrà vedere x2 vivere secondo y e non capire, contraddire, contrariare…ma potrebbe anche capire cosa ha portato x2 a vivere secondo y.
Il vecchio “buon senso”, lontano parente delle armi di classificazione borghese della vita quotidiana, può aiutare facilmente a capire quali casi siano estremi nel determinare l’individuo x2 e il modo di vivere y.
Le reazioni più comuni sono frutto di poco pensiero, poca ragionevolezza e forse anche facile propensione alle conformazioni sociali più pressanti. Se qualcuno si ferma a pensare un solo minuto “perché e come” nel rispetto del modo di vivere di x2, dipendentemente da quanto tempo e quante parole scambia con x2, diviene un non-conformato di livello pari al tempo e alle parole spese con x2.
Forse nelle caratteristiche dell’individuo sociale la volubilità è una delle più naturali e innate. Per questo esistono coloro che evitano di ragionare per se stessi e adottano un sistema conformato suggerito dalla maggioranza delle meccaniche che si vengono a sviluppare in una società. La maggioranza degli individui ha bisogno che esista un sistema solido per non perdere integrità. Tali sistemi possono avere diversi strumenti operativi (classismi, filosofie sociali, la memoria storica, la storicità, le tendenze comportamentali, le tendenze relazionali).
L’interrogarsi e l’interrogare può portare a consapevolezze che minacciano tali sistemi. Per questo esistono le categorizzazioni sociali. Io voglio essere amorevole verso tutti gli individui che vogliono ricercare un senso e che non vivono secondo categorizzazioni. Ma voglio anche trattare tutti gli altri – indipendentemente dai loro livelli di assoggettamento – con lo stesso livello di assoggettamento che ho io. Non di più o di meno. Evitare di essere incomprensivo per chi è diverso da me. "
Do {
()
}
while comprensione = 0 or <0;
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