Pubblicato il 20/06/2017 14:39:10
Mia dolce, mia ventosa - quasi dissolto e frammentato fiato - imparo il dolce benedire che scende come un'ombra. Supremazia rubino disporsi a riscaldare quello che mai nato resta - morendo non scompare. Sera nell'alveo della luce - altrove e ovunque bevo sera fasciata di striature rosa - ferite a un orlo come ostie tra vetro e labbra. E tu che sempre sei e non parli mi scorri dentro e fuggi, mi lasci nuda, inconsapevole - divina.
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