Erano circa le otto di un 6 agosto del 45.
Una bella giornata, poche nuvole, la luce bianca e forte del mattino rischiarava la città.
Il B-29 volava lento e tranquillo,
gli abitanti non ne avevano timore.
David spinse il "ragazzino" con calma e decisione,
senza fretta,
mettendolo al suo posto.
Roger, gli dissero, ce l'ho.
E i 400 quintali del "ragazzino" uscirono partoriti dalla pancia del B-29.
Otto e 05 minuti, il bombardiere cabrava oltre i 18mila metri, al sicuro,
il "ragazzino" ubbidì ciecamente al progettista sparando un proiettile di uranio dentro un' altra massa di uranio.
La citta tremò,
poi 71 mila uomini si alzarono al cielo,
in un fungo di polveri e ceneri,
portandosi dietro anche le case.
Ventimila se ne andarono poi nella notte.
Cinquantamila entro un anno.
Duecentomila entro il '50
E molti altri negli anni dopo.
E David?
18 anni fa gli occhi che hanno visto il "ragazzino" piangere si sono spenti,
accanto alla moglie,
senza rimorsi né incubi, diceva.
Ma non so.
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