Ed eccoti qui seduto ancora
e come vecchio e stanco
nelle movenze d’ambra
che cristallizza il tempo
Si parla un po’ di strade
di tèrr’appén’aràta
di mani d’uomini
di piedi che son stanchi
nei pugni tuoi bènchiùsi
quello che noi saremo
sol sassi e ceneri tu stringi
E almeno tu
io credo
sassi e ceneri donasti
ed orme nel cammino
senza curarti d’altro
che dell’equivalenza al caso
Poi
quando corta è l’ombra cara
e chiuso anco il silenzio
ecco ti lascio andare
(o tu sei
che lasci me
difficile saperlo)
fascio di strade ai piedi
ed ali sopra le menti nostre
a qual saluto appendersi
è duro immaginare
P.S. – Io nemmeno pietre che dican morte, sento d’offrire a questa mia città sì vile…
Tratta da "L'armadio cromatico",
2000, Ed. L'Archivio della Memoria, S. Bellino (RO)
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