Pubblicato il 01/05/2010 13:22:28
Non è mai un si se lasci che s’alzi un muro a labirinto cieco: le voci si disperdono tra pietre ormai corrose e ai vuoti delle crepe -tra ostacoli invisibili- risponde solo un’eco.
E’ resina brunita che cola dalle orecchie -fin sui vestiti- di tappi in ceralacca come sigilli a chiudere segreti inascoltati, da timpani ostruiti, offesi o solo ottusi.
Non è mai un si se lasci che lacrime sincere secchino al vento: gole affamate d’aria ingoiano i detriti e muoiono preghiere -negli occhi supplici- scambiate per assedi.
Si levano gli scudi e s’ergono montagne e tra le rocce dure sono i cristalli puri raccolti in una mano il premio per chi sale e sulla vetta più alta il fiore del sapere.
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