(all'artista facoltoso)
Le tue parole prestami ,
ché sono quelle mie come le nuvole
dagli aspri venti sempre più straziate;
oziose tiritere
per cullare la noia
di ciglia sonnolenti,
gocce continue
di un rubinetto rotto,
fiori appassiti
dentro a un libro mai letto,
ennesimo regalo di un Natale
che mai c’è stato.
Le tue parole prestami,
ché sono caramelle prelibate,
per i ghiotti palati
impacchettate ad arte
in pomposi e lucenti cofanetti;
costose vesti,
sfavillanti di perle e di lustrini
buone per le vetrine
delle boutique del centro,
ciliegine glassate,
morbide e rosseggianti guarnizioni
per torte già spartite.
Per un giorno soltanto,
le tue parole prestami,
ché possa anch’io godere
ventiquattrore di celebrità!
Ma, se sono troppo alti gli interessi,
tengo le mie. Grazie tante e…
“la sua platea ad ognuno”!*
*J. Prevert
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