Pubblicato il 25/01/2017 10:09:10
Sanguina il ventre del paese le viscere contorte intorno all’ultimo crollo, come scene già viste di amaro protocollo. Tra macerie di silenzio qualche ultimo grido e poi il nulla della morte. Disperarsi, comprendersi, amarsi e poi solo ripartire senza polemiche, senza diatribe anche se un pensiero corre da più parti: "più prevenzione meno morti e distruzioni... Meno disperazione" Ma ora parlare non serve se per tanti di voi non c’è più un sorso di vita, e se di tanti borghi ormai non c’è più colore. Abbiamo vissuto la calamità solo da lontano, ma uniti siamo nel dolore, la commozione è la sola spettatrice. 30 agosto 2016 Tania Scavolini
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