Pubblicato il 26/04/2010 16:00:56
Ho creduto d’esser viva nel torpore di un promiscuo mattino - caldo di sonno ancora - e sceso con piedi di nuvole un letto di memorie assopite sulla scrivania tra fogli declinati di tempo.
Ho scritto parole blu volendo cercar risposte tra virgole incise su cortecce di rododendri.
Ho creduto con animo bambino.
Ho perso la bocca del sorriso - svenendo alla morte - allorché un sole alle dodici ha fuso le ali alla mia sfinge di cera.
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