I Poeti
Se tacciono sono come lame
appuntite nel cuore, quasi inviolabili
o invisibili, e un poco li accompagna
l’ultimo grido, un canto del cigno,
la verità o il segno che ne motiva
la schiusa meraviglia, l’antefatto,
la parola breve e insoluta del labbro
che l’ha generata.
Nei loro volti si riaccende
il mistero ineludibile che intercetta
la vita e la morte,
le indaga.
Dentro il sogno che non dice,
lingua muta che scorre in vena come sangue,
ma diventa immortale,
come il canto trascorrente
dell’acqua sorgiva. Poi crepita e s’acquieta
come cero d’altare consumato...
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