Pubblicato il 01/03/2010 15:36:52
Sonetto in lode de l'asino.
O sant’asinità, sant’ignoranza, Santa stolticia e pia divozione, Qual sola puoi far l'anime sì buone, Ch'uman ingegno e studio non l’avanza; Non gionge faticosa vigilanza D'arte qualunque sia, o ‘nvenzione, Né de sofossi contemplazione Al ciel dove t'edifichi la stanza. Che vi val, curiosi, il studiare, Voler saper quel che fa la natura, Se gli astri son pur terra, fuoco e mare? La santa asinità di ciò non cura; Ma con man gionte e ‘n ginocchion vuol stare, Aspettando da Dio la sua ventura. Nessuna cosa dura, Eccetto il frutto de l’eterna requie, La qual ne done Dio dopo l’essequie.
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