[ Antologia di poeti a cura di Antonio Spagnuolo ]
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Nell’editoria contemporanea si possono trovare varie proposte di poesia, dai libri di singoli autori alle antologie. La voglio fare tragica: le grandi case editrici, assoldando feroci e tremebondi critici, pubblicano antologie dai titoli altisonanti contenenti poeti destinati agli allori, foraggiati e sostenuti dagli stessi imponenti editori nell’importante cammino verso il loro dover essere, cioè poeti eterni, inestinguibili. Ma è ovvio che molti sono effettivamente grandi poeti che meritano gli allori, ne conosciamo nomi e cognomi, di alcuni siamo anche amici. Non è certo colpa loro, forse, se i giochi di uno strano potere, ancora a me in parte ignoto, li vuole sostenere a scapito di altri che ho invece avuto modo di leggere in edizioni prive di visibilità e che reputo, nella mia veste di lettore, grandi poeti. Ma non voglio entrare qui in singolar tenzone con nessuno, perché la battaglia sarebbe persa e perché punto ad altro. In questo desolante panorama di equilibri di potere letterario, che critici, e anche poeti, sostengono nel consesso della maggiore (intendo per i soldi) editoria, si staglia, a diopiacendo, la fantastica proposta editoriale delle Edizioni L’Arca Felice che, con un progetto ben strutturato a favore della poesia contemporanea, di tutta la poesia contemporanea, di esordienti come di già vaccinati poeti, hanno avviato, nella collana Coincidenze, curata dal poeta e saggista Mario Fresa, una sorta di censimento del fermento poetico che anima questa nostra tanto amata e martoriata Italia della cultura. Ma avviene ancora di più, il progetto editoriale prevede una composizione di varie arti poetiche: poesia, pittura, fotografia, disegno, delineando una progetto/tentativo, a mio avviso decisamente interessante, di ritorno all’esperienza unitaria della bellezza delle varie espressioni artistiche che scaturiscono dal genio dell’intelletto e della sensibilità umane.
Di questi quaderni poetici, la cui veste grafica è ricercata e di elevata qualità – benché usino solo carta riciclata di alta qualità, ECF, realizzata in modo sostenibile in possesso della certificazione per i sistemi di gestione della qualità, l’ambiente e per la sicurezza e la salute sul luogo di lavoro, come si legge nelle loro edizioni –, ne abbiamo già tre, ma quello di cui voglio qui parlare, in particolare, è il II quaderno curato da Antonio Spagnuolo, poeta apprezzato e stimato per la coerenza e la chiarezza della sua poetica. Egli ha intitolato l’antologia, da lui curata, Al di là del labirinto. Essa contiene, ben illustrata da disegni di Leonardo Da Vinci – noto per il suo eclettismo artistico-scientifico, e per il fatto che egli vivesse arte e scienza, nelle loro varie espressioni, allo stesso livello di interesse e competenza, in un contesto di esperienza unitaria–, sette poeti: Stelvio Di Spigno (nato nel 1975 a Napoli), Francesco Iannone (nato nel 1985 a Salerno), Rossella Luongo (vive e lavora ad Avellino, nata nel 1975), Marisa Papa Ruggiero (nata a Roma nel 1943), Ugo Piscopo (nato a Pratola Serra – AV –, vive e lavora a Napoli), Raffaele Urraro (nato a San Giuseppe Vesuviano, dove vive), Giuseppe Vetromile (nato a Napoli nel 1949, vive ed opera a Sant’Anastasia).
Il lavoro di Spagnuolo si avvia con una bellissima introduzione in cui, tra l’altro, si legge:
“La scrittura poetica, così come ogni manifestazione artistica che sia di notevole interesse, rompe l’isolamento dell’io ed invita al recupero del tempo, un’alterità che può essere mantenuta dal rapporto, nei confini di una pagina, nei limiti dell’opera, ove suoni e voci allestiscono la scenografia del tempo che trascorre, il suo evolversi in un ritmo incantatorio capace di stordire, il suo declinare in una pausa che stordisce ogni illusione. […]”. E ancora: “[…] Il poeta vede intuitivamente, prima e dopo la scienza, ogni filo che lega gli oggetti e in pochi casi anche il filo più tenue che lega tutte le parti dell’universo, del cosmo, nella totalità delle combinazioni prodotte dalla creatività. […]”. Spagnuolo s’inoltra in un breve ma significativo discorso sulla poesia e sulla figura del poeta: “[…] Il poeta ama la vita e le sue moltiplicazioni e non scappa anche quando non si sente corrisposto […]”. Egli si pone la domanda che assilla anche noi qui de LaRecherche.it: “Ma è poi necessario un messaggio in poesia? – ed è necessaria ancora una antologia, quando tutti sanno che la poesia è derelitta, almeno in questo nostro paese, stordito dalla televisione e dai mass media, che abbassano sempre più il bagaglio culturale dell’individuo?”. La risposta di Spagnuolo, che condivido, è semplice ma coinvolgente come forse lo fu Garibaldi con i suoi, nella sua determinata volontà di riconquista di valori unitari e alti, eccola: “Noi tentiamo il miraggio”. E in questo siamo uniti: se ci va bene, come sicuramente sarà, avremo salvato la nostra terra dalla diaspora indotta dal diaballo del conformismo culturale e mediatico e dalla grettezza dei nostri politicanti odierni.
Per quanto riguarda gli autori presenti nell’antologia, il curatore, dimostra un grande amore nei confronti della poetica dei suoi proposti, mostrandosi nella veste di un poeta-padre di ampia esperienza di letture e scritture, scrive: “[…] Voci diverse, età diverse, poetiche diverse, per un confronto che non richieda alcun impegno di selezione, ma offra uno spacco sinuoso del fare poesia oggi. […]”. Riporto, perché meglio proprio non saprei dire, alcune brevi descrizioni che Spagnuolo fa degli autori proposti:
«Voci diverse, età diverse, poetiche diverse, per un confronto che non richieda alcun impegno di selezione, ma offra uno spacco sinuoso del fare poesia oggi.
Una vertigine affabulatrice distingue Ugo Piscopo per quella sua capacità di aggregare fonemi per fulminare con passaggi sempre elettricamente vividi e sorprendenti. Il suo linguaggio ha l’andamento ondeggiante che apre lo scrigno del verso per diventare racconto.
Marisa Papa Ruggiero offre il segno rivelatore della favola, che nell’affiorare del ritmo propone ritocchi pittorici, capaci di abbagliare con le variabili intensità dei colori.
Lambire luoghi e rivelare figure è il rapporto felice con la poesia. Qualche verso di Vetromile riporta chiaroscuri di alcuni accadimenti quotidiani amplificati dalle armonie dell’esistere per quelle interiorità che si trasfigurano, tra suggestioni ed emozioni, in fertili movimenti dirompenti, quasi un colloquiare solitario, capace di indagare tra gli interrogativi filosofici che aleggiano tra le nostre circonvoluzioni.
Non sorprende il ritmo incalzante delle composizioni di Francesco Iannone, nelle quali tutto rimane sospeso sulla pelle per una trappola incandescente, nella quale ogni affanno si nasconde con sospensione.
Raffaele Urraro, non più nuovo alle riunioni antologiche, scrive con cristallina purezza, nella compiutezza dei suoi versi, profondamente incisi nella cultura che lo distingue. Altra veste per il giovane Stelvio Di Spigno, fedele al verso lungo, per una sua particolare capacità di recitazione, entro la quale il quotidiano corrodere cerca disperatamente una strada liberatoria per appropriarsi di illusioni e speranze quasi sempre sorprendenti. Non ultima la giovane Rossella Luongo chiude una serrata introspezione, che riesce ad intendere quanto di misconosciuto rimane nelle illusioni della parola, ripetuta e strapazzata.
Gli spunti di osservazione si alternano in significative figure per dare ampio spazio al ritmo.»
Siamo quindi felici in questa settimana – a cavallo della ricorrenza del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, e lo facciamo di proposito – di proporre una antologia di voci poetiche contemporanee che lavorano ed operano a sostegno di questa nostra cultura italica, talvolta nel nascondimento, senza proclami urlati a vanvera ma con il serio impegno della poesia, perché sì, è vero, siamo un popolo di naviganti e di poeti. Viva l’Italia.
Ecco alcune poesie estratte dall’antologia, una per ogni autore, per gentile concessione dell’Editore:
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Stelvio Di Spigno
La strada dell’Essere. Poesie 1995-2010
Il mattino della scelta
Sentivo sgrondare – lento –
tra le occhiaie il mattino della scelta;
si inerpicava al posto mio nel mio
disperare, finché mi fu concesso
– cieco – di rinunciare; lo sentivo
disperare senza alcun martirio
come fa il cuore che non dà più nebbia
e il passo fino alla fermata è netto.
Aspetto l’uscita dei gabbiani
dai casermoni dismessi della periferia.
Aspetto un volo di falene
da un atollo dove non c’è mare,
forse, e non c’è via.
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Francesco Iannone
Materia
Ora che la piazza si allaccia ai polsi come spago
appoggio bene l’orecchio ai muri
ingoio l’aria che sbuca dai fori
con la lingua cerco il vento
l’ansia dei colori sui balconi.
È bello - sai - girare il passo
dove tu cammini nella luce
che sventola come fiocco
come battere di tacco sull’asfalto
mentre corro i desideri a petto duro.
Sono conche di fiato queste braccia
io che ti respiro a gola aperta
dentro tu
che ci butti il sole.
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Ugo Piscopo
Perversa primavera
Or che Orion declinando disimperversa da piogge e nevi
qui numquam amavit cras amet quique amavit cras amet
in seduzioni di rose e di viole sparse di tua man sui sentieri
di Mame che sale alle valli ondanti orzo odore di miele
d'Armida tu postergata panoplia che ripara in bosco di magie
o di Salomé in spirali avvolta di sapienti danze
ma sul frontespizio plissée di cerusica mano
a griglie di tane e cascami tirate e stirate
o tu cubo di freddi caldi in ghingheri e spifferi
che appendi a festoni del Sud attorno al grasso collo
di un mondo che va in sollucchero di gelatina
fatua brilli nell'aria aulente perversa primavera*
Glossa dell'Autore
Linguaggio inattuale rispetto al mediatico e mercantile, ma in accordo con quelli sommersi e dimenticati che giacciono nel deposito parlato e letterario della lingua nazionale. L'immaginario è cedevole all'intertestualità, che qui va dal latino della decadenza agli stilnovisti e a Tasso, Parini, Leopardi, Wilde. Il verso, che Carducci avrebbe definito “barbaro”, è sovresposto a esigenze narratologiche da epica moderna, che rimemora l'andamento delle chansons medievali. Il tema è dell'effetto serra, che in questa fase si nasconde dietro una maschera di falsa, ingannevole primavera.
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Marisa Papa Ruggiero
Energie di campo
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sciamanti fiaccole in corsa
su dispari note
eccentriche di sguardi
per nuovi appostamenti
che scambiano i percorsi
o le direzioni di marcia
per vincere i confini
del libro
senza il foglio di via senza
l’ordine del giorno
ma sale prosciugato in tasca
sale tra i denti
per altri semi a richiamo
per finti uccelli
mai nati
vivi da qualche parte
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Raffaele Urraro
rimbalzano le mie parole
rimbalzano le mie parole
dalla terra di creta
al cielo di cristallo
e non trovano nulla:
trovano soltanto
il silenzio dell’assenza
ombra grigia
che pigia le nevrosi
del sogno
l’uomo è solo
con la mente che vola e che s’impiglia
negli spazi frantumati del nulla
e il silenzio squarcia
le pareti di pietra
è un silenzio impalpabile
come tenebra oscura
sotto le dita dell’anima
solo la parola
può uccidere il silenzio
e se svanisce nel nulla
resta l’eco trasportata dal vento
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Giuseppe Vetromile
Regole dell’infinito effimero
nr. 1
Dimostrami mia cara
quando il giorno è una babele
il necessario appuntamento con la luna
per non regredire nei rigidi asserti di sole
:nonostante il desolato confine d’ombra
e il muro che ci separa da sempre
dalla resurrezione
non ho avuto abbastanza teoremi
e neppure corollari
per risolvermi l’arcano smateriarsi
della vita
Leggi anche l'eBook Poetica Unità d'Italia