Pubblicato il 08/10/2010 22:19:44
Segnaliamo la ripresa delle pubblicazioni, dal genaio 2011, della rivista "QUI - Appunti dal presente", visitabile al link sopra riportato.
Dal loro sito riportiamo la pagina "Su questa rivista":
Questa rivista è nata nel 1999 per raccogliere testimonianze, descrizioni, osservazioni, riflessioni sul tempo privato-pubblico che viviamo in qualunque forma la scrittura consenta: appunti, poesie, racconti, lettere, saggi, pagine di diario ecc. Dal numero uscito nel febbraio 2005 è divenuta, privilegiando una delle forme che ha sempre praticato, un diario. Viene pubblicata anche in un'edizione in inglese e i suoi collaboratori sono, e saranno sempre di più, persone che vivono in diversi paesi del mondo. Non vuole più essere, cioè, una rivista ‘italiana’. Perché? È semplice: perché vuole parlare di noi, e da tempo ormai, e sempre di più, quando diciamo ‘noi’ non pensiamo a noi italiani. A essa contribuiscono sia persone per le quali scrivere è un’attività quotidiana, a volte professionale, sia persone per le quali è un’attività soltanto occasionale o rara. Intellettuali e non, insomma. Ma, sempre, da un punto di vista critico verso le priorità, l’ordine sociale e politico, il pensiero e la sensibilità che, in linea generale, guidano oggi il mondo.
Perché un diario? Per farci insieme, su queste pagine, ‘testimoni’ del tempo che insieme viviamo: leggerlo e commentarlo offrendo periodicamente al lettore la possibilità di ripercorrere, attraverso un ‘coro’ di voci diverse, un passato recente che egli stesso ha vissuto in prima persona. Inoltre, un diario è un esercizio d’attenzione. E può essere anche un contenitore di pensieri, osservazioni, interrogativi sparsi: quelli che non giungono a farsi ‘compiuti’, e che soprattutto in questi anni, in cui si tratta di ripensare tutto, possono essere un aiuto prezioso. Infine, il diario è il genere di scrittura ‘personale’ per eccellenza, e questa rivista ha sempre voluto essere una rivista di singole persone che parlano a e con singole persone.
Quello che immaginiamo è un diario scritto, schematizzando, a partire dal proprio ‘io storico-politico’ (l’io di fronte, attivamente o passivamente, a eventi e problemi politici, locali o globali) come dal proprio ‘io di massa’ (che emerge in primo piano, per esempio, nel prendere un tram o un treno o nell’andare al supermercato: l’io generico tra gli altri), dal proprio ‘io di ruolo’ (l’io del proprio lavoro, della propria attività), e anche dal proprio ‘io privato’ (l’io fra gli amici, nella vita familiare, nei suoi sentimenti, desideri ecc.). La rivista esce su carta e in Internet. Chiunque vorrà collaborarvi sarà benvenuto, e scriverà, naturalmente, quello che vorrà; ma nella selezione dei testi verranno privilegiate la riflessione e la testimonianza di vita, non più ‘originali’, ma più incisive, rivelatrici, libere (meno inquinate, per esempio, dal bla-bla mediatico).
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