Non sono nelle parole i poeti
Non sono nelle parole i poeti,
le parole che son cavezze, per asini dimenticati alla pioggia
che al plenilunio, invece si dicono;
non sono nelle parole i poeti,
quando come un dio sono a lordarsi le mani, di creazione
e, con le parole, rivendicano ogni cosa;
e dicono, i poeti: il mio sole la mia luna, il mio dolore, la mia speranza.
e sotto la pioggia sono a cercare la proporzione nitrica, per bombe,
fuochi, artificiose folgorazioni, albe nuove,
e, a rivendicare la corruzione dei tramonti,
per quello sbaffo di rosso, che oltre il cuore sconfina.
Non sono nelle parole i poeti che, se della terra,
conoscono ogni forra, monte o rivo,
non discernono, dei continenti, il confine vivo.
Non sono nelle parole i poeti...son forse, grande anima,
che al tempo non s'inchina,
scalpello d'aria che, come sasso, il secolo, scolpisce e mina
o acqua che, a gravità, non s'arrende
forse sentore di verità ancora non intese,
impenetrabili misteri che, sulla lingua s'hanno
e a dirli sembrano inganno;
oh! che poeti non sia, come vincersi a sane diete, che dilatano il soffrire,
e, quando tardi, si assurge al paradiso, che si sa costruire,
non s'hanno più denti e voglia per gioire.
Che sia, il poeta, un giocoliere sopra un filo,
che, contro la gavità, usa le parole, come palloncini?
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