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Il testo smarrito

di Giulia Bellucci
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Pubblicato il 05/01/2018 08:26:36

Luigi Rizzo era un signore di cinquant'anni addetto alla biblioteca del liceo classico Alessandro Manzoni a Milano. Vi lavorava fin dal lontano 1990. Svolgeva il suo lavoro con diligenza encomiabile. Eppure un giorno una dimenticanza, una fatale svista perché un telefono aveva squillato nel momento sbagliato ed ecco...

Il preside del Liceo, Matteo De Parolis, onorabile professore di Letteratura italiana, lo aveva richiamato severamente. Come aveva potuto smarrire una delle rare copie originali de I Promessi Sposi, risalente al 1840 che era stata donata al Liceo da un suo prozio dopo la Prima Guerra.

Il povero Luigi ricordava che il prof. Roberti, anch'egli insegnante di Letteratura allo stesso Istituto, aveva preso in prestito il testo per mostrarlo alla sua classe ma poi lo aveva restituito nella stessa giornata. Mentre lo stava rimettendo nella giusta collocazione, aveva squillato il telefono, poi buio totale… Adesso rischiava la denuncia.

Nell’attesa di un chiarimento, continuava a svolgere con regolarità il suo lavoro. Un giorno mentre riponeva un testo sentì tremare lo scaffale. Restò immobile ma quello tremo' ancora più forte tant'è che alcuni libri scivolarono ed uno lo colpì con violenza. Luigi ruzzolo' a terra battendo la testa. La nube di polvere che si alzò gli causò un attacco d'asma improvviso.

In mezzo a tale nube gli apparvero due tali armati di coltello, baffi arcuati e cappelli, che egli identificò con i tal bravi che minacciarono don Abbondio. Uno di essi gli mostrava il testo smarrito mentre l’altro gli puntava il pugnale al collo:

"Un tale errore non s’ha da fare. Ci manda il nostro creatore: Alessandro Manzoni, ha presente? Dobbiamo solo ricordarle che questo testo è sacro e non va mai confuso con romanzetti d’appendice. Non si deve perdere di vista un istante. Esso è il Caposaldo della Letteratura Italiana e va trattato col rispetto che si merita. Lo ricordi sempre altrimenti ci rivedremo”.

L’altro, rimasto in silenzio, ripose il testo nella giusta collocazione e poi svanirono così come erano apparsi.

Poi tutto si oscurò. Luigi si risvegliò sdraiato su una barella d'Ospedale, ma tornò presto al proprio lavoro. Non raccontò mai a nessuno di quell'incontro, anche perché egli stesso non riusciva a comprendere cosa fosse successo realmente. Sembrava tutto così nitido nella sua mente: i brividi, la paura, l’immagine dei due, le loro parole: tutto insomma. Ma come poteva essere realtà? Comunque il testo era tornato al suo posto ed egli teneva sempre d’occhio la sua posizione. Ogni qualvolta qualcuno lo chiedeva in prestito, si faceva sempre consegnare i documenti e alla restituzione lo riponeva gelosamente senza perderlo di vista un solo istante.


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