Pubblicato il 16/08/2016 17:14:11
Il molo infinito
C’è un punto in cui lo scafo si stacca il contorno si piega, la pelle si arcua, c’è un punto in cui la teoria del tutto non sa cosa dire e sbadiglia nei porticcioli dove i gabbiani cantano il karaoke della pioggia.
Quel punto è la polpa essenziale, è l’amore lasciato aderire alle scapole insonni, è il tuo nome invocato a scialuppa, è il dolore di un anello che si gonfia in un ospedale senza orefici pronti.
Da quel punto in poi non sappiamo più nulla e giaciamo come cedri di mare strappati dalla tempesta, come candele senza stoppino che non sanno orientare la combustione del vento e la danza d'ombre cinesi delle sinapsi.
Oltre questo molo davvero viviamo e impieghiamo il resto del tempo a prendere appunti, a formulare intenzioni per quando ancora saremo disposti a salpare, a sposare il mistero alla scatola ossea.
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