Pubblicato il 16/08/2016 11:21:05
Un ragno ad Aleppo
Ho faticato molto a venire sin qui la fila di olmi abbattuti, l’altalena dei lampioni divelta, gli insetti fuggiti a volo radente, la polvere che impregna di sangue le ragnatele.
Ho detto qui sarò al sicuro dentro una sala operatoria nel bossolo della persiana, piuttosto vicino al profilo sacerdotale dell’anestesista.
Ho pensato che la guerra non sarebbe entrata senza indossare i guanti di lattice o almeno lavarsi le mani per tutti quei morti.
Ho pensato adesso sono a posto qualche moscerino non manca mai nemmeno in un ambiente asettico, specie quando la luce si smorza e il chirurgo si spoglia del verde.
Ho pensato di essere salvo ma non avevo capito che la guerra detesta le sale d’aspetto e dileggia i luoghi più umani.
Ho pensato -mentre morivo- alla mia cattedrale di fili sospesi, poi un boato e l’ultimo lampo sul bisturi cieco.
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