Pubblicato il 11/07/2016 20:55:40
Si avvicina con passi freschi di sogno nella sera il ricordo dal sorriso bambino. Tende la mano gentile e mi riporta là, nella festa di colori dell'Appennino.
Li sento sospirare tra i pensieri i miei ulivi d'argento, sui sentieri del cuore dove tutto sembra sempre vicino.
Li ascolto stormire nella pioggia, sotto lo sguardo biancheggiante del biancospino, in un abbraccio di verdi colline, con la voce dell'amore che d'ogni ferita è lenimento.
Li avverto nell'anima cantare da lontano e pronunciare il mio nome, oltre la cortina di solitudine, recandomi sollievo nel tormento.
Li rivedo con la dolcezza degli occhi di bambina dall'altura del casale occhieggiante di lucciole, nella danza vespertina.
E mentre dintorno le campane echeggiano con voce struggente di perduta contrada chiamandosi da borgo a borgo, si snoda per me soltanto della nostalgia la strada.
Fischia, invitandomi alla partenza, il treno del ricordo, quasi a incoraggiarmi: “Suvvia, non è lontano... Lo trovi in ogni respiro il tuo caro altopiano!” ed il fischio del vapore al cuore è promessa e concento.
Chiudo gli occhi, sento la carezza dei fiordalisi e dei papaveri sfiorarmi l'anima... E rivivo tutto in un momento!
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