Pubblicato il 16/05/2016 11:52:18
Povero cuore, sperduto errabondo
in questo silenzio di vetro
nel quale scivoli per mancanza
di appiglio.
Le parole rotonde come la forma di una bocca stupita
sono tutte nel mare in tempesta
e sbattono su ogni scoglio
che incontrano.
Povero cuore, smarrito, deluso,
a volte strappato come uno straccio
buono soltanto per spolverare.
Buttato in un angolo buio, scordato
e ripreso da usare come toppa in un buco.
Povero cuore, un tempo eri forte,
rosso vermiglio come le rose di maggio
e caldo come una tazza di latte
col miele in un freddo mattino d’inverno.
Chi fu quella mano crudele che ti
strappo’ con violenza al mio petto
per farne zerbino?
Ma il mare non e’ sempre in tempesta
e dentro il mio petto qualcosa palpita
ancora e sotto la cenere un poco
di brace attende soltanto
un piccolo soffio di vento.
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