Qualcuno vuole uccidermi il cervello,
qualcosa vuole corrodere il mio stato,
non ho programmi, non ho certezza.
Il destino ormai mi è ostile
da tempo di cui la memoria ho perso.
Come sarei potuta diventar folle!
Ma forse lo sono e non lo ammetto,
il tarlo nella mente consuma
quel che resta di ancora intatto.
E’ difficile rimanere vivi
senza saggiare inadeguatezza,
fingendo a volte naturalezza,
a volte mostrandomi vera,
ma com’è peggio rivelare sofferenza!
se strana vi sembro vi chiedo scusa
se mi chiudo in me stessa e non parlo,
se osservo con malinconia e nutro
scarsa gioia nello sguardo.
La scrittura mi viene incontro
e si palesa amica ma anche nemica,
lei che mi costringe a esser delusa,
specchiata in un malato aspetto
in una me che non accetto.
Cerco di evadere dalla ragnatela,
da un miserabile ragno reclusa,
ma nessuno conosce l’uscita
e soffoco tra fili d’amarezza.
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