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L’Abbandono

di  

Proposta di Stefano Magnani »

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Pubblicato il 02/11/2019 18:20:39

Ai versi affido
l'intimo abbandono del mio sentire,
trasparenze, per svelarmi e perdermi,
ma non disperdermi;
ventri di madre
in cui incarnarmi,
in fresco e profumato pane,
in offerta a chi,
di me, ha solo fame;
defecando
ogni apparenza che non sento mia,
metamorfosi a tempo
intrise di nulla,
che offrono alibi per non cantare,
con voce roca.
Ma è vanità questa?
Miope necessità
di salmodiare su pulpiti spogli?
O forse è una condanna
ad Essere per scrivere,
pensiero vivo,
opposto a mozziconi spenti,
che soffocano
ogni mio sforzo di respirare?
Un'inquietudine muta
è la risposta.
E in questo tracotante autunno
che mi riempie di foglie morte,
genero concime,
attendendo una primavera
che ha da venire.


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