Pubblicato il 02/04/2016 01:45:46
E’ un attimo soltanto che mi fa perdere la rotta, dimenticare l’orizzonte del mare - da sempre ho sognato di toccare l’infinito. Mi è entrata nel cuore la consapevolezza che la vita è come una vela battuta dai venti del maestrale. Ho cercato di domare le correnti del mare, con nervi ben saldi ho stretto le mani sull’unico timone che avevo, ed ho gettato l’ancora, come unica salvezza, quando dovevo ormeggiare un momento. Ma la sfida con il destino è già scritta nel cielo, nella costellazione dei Gemelli, tra le stelle di Castore e Polluce e non c’è sapere che tenga agli attacchi della sorte, non basta stringere i remi con vigore per sconfiggere l’ira del mare, o tenere salde le briglia quando la vita, come un maroso, imbizzarrisce. Diventa poca cosa l’isola del tesoro, lo strazio del sogno umano, insicuro nel comando, rincorro il mio viaggio, con l’illogica pretesa di correggere i disegni del cielo, di scrivere il mio nome sulla roccia perché diventi immortale. Ed il mare consuma gli scogli, diventa segreto con la sabbia e regala coralli aggiungendo le sue perle ai soli dell’universo.
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