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Passioni

Poesia e Musica

Canio Loguercio
Edizioni d’if

Recensione di Roberto Biagiotti
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Pubblicato il 10/12/2010 12:00:00

Uscito nel 2009 per la collana “i miosotìs” Passioni è il frutto della scrupolosa ricerca sonora, poetica e compositiva di Canio Loguercio, musicista, autore e performer di Campomaggiore (PZ), che in 17 tracce esplora la ricchezza della lingua napoletana e la grande tradizione musicale partenopea, attraverso voci, canzoni, e frammenti sonori - in parte rielaborazioni di materiali pubblicati precedentemente ed in parte con produzioni totalmente originali - miscelate con sapienza e cura artigianali.
Seppur non conoscendolo di persona, mi viene da descrivere Canio Loguercio, appunto, come un artigiano meticoloso e conservativo sì, ma con l’orecchio rivolto all’evoluzione musicale contemporanea del nostro sud (tra le collaborazione nel disco ci sono anche Raiz degli Almamegretta e Peppe Servillo degli Avion Travel) e dell’area mediterranea in generale (sottolineo l’intervento di Maria Pia De Vito alla Voce e del grande Paolo Fresu alla Tromba).
Il CD si apre e si chiude con due classici del repertorio napoletano “Passione” e “Voce ‘e notte”, tra queste due cornici, si snoda il resto del lavoro, quindici “canzoni sussurrate” scritte per lo più nella “sacra madrelingua delle passioni”. Canzoni che tracciano un percorso d’amore che sa di sesso, umori, odori, dubbi, lussuria, smarrimento, dolore, malattia, sporcizia, tradimento; tinte e tratti della passione più sfrenata e verace che si consuma (citando Loguercio) nelle “notti nere buone per fuggire via”.
Voglio segnalare i due brani che mi hanno colpito in particolar modo, cioè, l’ipnotica e noir “Giuggiola” e l’inno d’amore “T’aspette ccà” che è a mio modesto avviso una splendida tessitura tra un testo, scarno ma schietto e vivo, ed un contrappunto melodico sinuoso e vellutato, sostenuti in modo originale e moderno da un solare tappeto di ritmi elettronici.

*

Il libro è accompagnato da un CD audio contenente 17 brani. Proponiamo qui un estratto dei due brani citati nel testo, il numero 8. "Giuggiola" (Loguercio, De Rosa, Loguercio) e il numero 15. "T'aspette ccà" (Loguercio, De Rosa):



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