Pubblicato il 07/02/2019 11:31:08
[...] Anche Anna voleva diventare poeta. Si era sempre sentita diversa dai coetanei: camminava nel sonno e parlava da sola, timida all’inverosimile quando le coetanee civettavano. Verso i diciassette anni aveva scoperto il cognome tataro della nonna materna e, dopo che il padre l’aveva accusata di infangare la famiglia con i suoi versi, aveva adottato Achmatova come pseudonimo. Senza grandi rimpianti, visto che da sempre detestava il suono del cognome paterno Gorenko.”
Da : 'Là dove s'inventano i sogni. Donne di Russia' di Margherita Beljoioso, Guanda
Il miele selvatico sa di libertà di Anna Achmatova dalla raccolta 'Il Giunco'
Il miele selvatico sa di libertà, la polvere del raggio di sole, la bocca verginale di viola, e l’oro di nulla. La reseda sa d’acqua, e l’amore di mela, ma noi abbiamo appreso per sempre che il sangue sa solo di sangue...
Invano il procuratore romano, tra gridi sinistri della plebe, lavò davanti al popolo le mani, e invano la regina di Scozia [nota 1] tergeva da rossi schizzi le palme affusolate, nell’afosa oscurità del palazzo reale...
1933
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