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Mantova, 8-12/09/10: Edmund White...

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Evento/notizia/comunicazione, proposta di LaRecherche.it

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Pubblicato il 20/07/2010 22:46:08

PLAYGROUND



Settembre-ottobre 2010



8-12 Settembre Edmund White sarà al Festivaletteratura di Mantova



Settembre 2010

Edmund White, Ragazzo di città





Ottobre 2010

Gilberto Severini, A cosa servono gli amori infelici







15 settembre 2010

Edmund White

Ragazzo di città

Traduzione di Alessandro Bocchi

pp. 302

Euro 18,00





EDMUND WHITE PRESENTERÀ “RAGAZZO DI CITTÀ”



AL FESTIVALETTERATURA DI MANTOVA

DALL’8 AL 12 SETTEMBRE 2010





A proposito di “Ragazzo di città” di Edmund White:



Per il New York Times tra i 100 libri più belli del 2009



Finalista al National Books Critics Circle del 2009



“Ragazzo di città, franco e istruttivo, è il racconto di un sopravvissuto, la lettera di uno di quei ragazzi di allora a tutti quelli che non ci sono più: ecco com’eravamo, ecco com’era, questa era la nostra città.”
The New York Times

”Un ritratto affascinante della vita letteraria a Manhattan negli anni Sessanta e Settanta.”
The Guardian






Ragazzo di città: memoir, reportage e critica culturale



White racconta la New York degli anni Sessanta e Settanta mescolando ricordi personali, critica letteraria, intuizioni sociologiche, in un originale e ricco tessuto stilistico dove si alternano momenti di narrazione particolarmente vivace ad altri di istruttiva divulgazione culturale.





New York (gli anni Sessanta e Settanta): una città allo sbando

Protagonista assoluta è la città di New York, dapprima osservata con gli occhi di un giovane e sprovveduto del Midwest, che sceglie la grande metropoli per inseguire un amore e per vivere più liberamente la propria omosessualità (anni Sessanta); poi, nella prospettiva di un trentenne consapevole, vitale, ma terribilmente frustrato, alla disperata ricerca della fama nei piani alti della letteratura (Anni Settanta).



In quei due decenni New York è una città al collasso e in bancarotta. Spesso latitano i servizi essenziali. La spazzatura rimane per strada per giorni, si verificano black out generali cui seguono furti e saccheggi. Il tasso di criminalità cresce molta più velocemente rispetto alle altre città americane. I newyorkesi abbandonano la metropoli e si trasferiscono sulla costa ovest.





La stagione dei diritti civili

Ma New York non è solo una città al collasso, dove il sindaco fatica persino a pagare gli stipendi a insegnanti e poliziotti, ma anche la città dove esplode, con la rivolta di Stonewall (28 giugno 1969), la questione gay. Come spiega White, Stonewall in realtà è solo l’ultima tessera di un mosaico che si andava componendo dagli inizi degli anni Sessanta e che aveva fatto di New York la sola città dove si aprivano bar gay, dove nascevano strade e quartieri gay. Ed è sempre a New York che negli anni Settanta si consolida il movimento e il dibattito che porteranno anche alla nascita ed esplorazione di un’identità e di una cultura gay.



Ma in quegli anni New York è anche il teatro delle prime manifestazioni per l’ambiente, dei tanti cortei contro la guerra in Vietnam, del movimento studentesco più radicale. Tutto contribuiva a trasformare New York nel luogo più vivace degli Stati Uniti e contemporaneamente in quello più anomalo, capace di sconcertare le tante persone blindate nelle proprie case e nei propri uffici della conservatrice e spaventata provincia americana.





New York: capitale mondiale della cultura

Ma la “sporca e pericolosa” New York in quegli anni rafforza anche il proprio ruolo di centro della cultura mondiale, il luogo dove troveranno l’occasione di esprimersi alcuni geni europei del secolo come il coreografo Balanchine o il compositore Stravinskij, insieme a giovani poeti e artisti americani.



New York infatti ha il merito di far convivere un ambiente artistico underground, molto vitale, con un’intelligentsia culturale d’avanguardia di livello straordinario. Sperimentazione, ma anche rigore; innovazione, ma anche rispetto per la tradizione.



Nel mondo dell’arte, grazie alla Pop Art, New York è ormai la capitale indiscussa, ma comincia a esserlo anche nella letteratura, grazie al fenomeno degli autori metanarrattivi, come Barthelme, o a poeti come Ashbery.





Nabokov, Balanchine, Susan Sontag, William Burroughs, Bob Wilson, James Merrill, Elizabeth Bishop, Richard Howard, Jasper Johns, Harold Brodkey, Robert Mapplethorpe, John Ashbery.



Sono alcuni dei protagonisti della vita culturale newyorkese che Edmund White conosce e che racconta in “Ragazzo di città”, senza mai la presunzione di voler essere esaustivo né definitivo, ma con il desiderio di contribuire a spiegare il rapporto tra il loro temperamento, le loro ossessioni e la loro arte. Prodigo di aneddoti, anche divertenti, Ragazzo di città non assume mai la forma di una resa dei conti, o di un fatuo elenco di simpatici ricordi, quanto di un tentativo di comprendere un ambiente, un periodo e delle personalità che hanno avuto un ruolo nella cultura mondiale e anche nella vita di White.





Il capitolo italiano: Venezia e Peggy Guggenheim

C’è anche un capitolo italiano, nel quale prima si accenna ai sei mesi trascorsi a Roma nel 1970, per poi concentrarsi sulle frequenti vacanze di White a Venezia insieme all’amico David Kalstone. Oltre alla descrizione della città e al suo ambiente aristocratico, spicca il ritratto di Peggy Guggenheim, definita “un vulcano ormai spento”, ma ancora capace di momenti di follia surreale e brillante.





Edmund White (1940, Cincinnati)



Romanziere, commediografo e critico letterario, ha esordito nella narrativa con Forgetting Elena (1973) e ha conseguito un enorme successo di pubblico e critica con la tetralogia di ispirazione autobiografica A Boy's Own Story (1982), The Beautiful Room Is Empty (1988), The Farewell Symphony (1989) e The Married Man (2000) in Italia tradotta con i titoli Un giovane americano, La bella stanza è vuota, La sinfonia dell'addio e L’uomo sposato. Nel 1994 ha vinto il prestigioso National Book Critics Circle Award per la sua biografia di Jean Genet, in Italia pubblicata con il titolo Ladro di stile.



Playground ha pubblicato nel 2007 My Lives e nel 2008 Hotel de dream e nel 2009 Caos.







Ultimi titoli pubblicati da Playground:



Paul Bailey, Le confessioni di Peter Smart (2010)



Helen Humphreys, Coventry (2010)

Ken Harvey, Ragazzo di zucchero (2010)

Allan Gurganus, Santo mostro (2009)



Ufficio stampa Massimo Santagati
ufficiostampa.playground@gmail.com



www.playgroundlibri.it



tel. 3489628882

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