"Voglio l' anima, che ti credi
nonostante gli alibi mi costituiscano reato
e poi mi vedi, sono atomi che hanno preso una brutta piega
mi sarebbe impossibile essere presentabile.
Eppure c' è come una voglia tangibile di essere amato
che ancora m' impone di sperare.
E' debolezza, pressione bassa che induce
a non alzarmi di scatto.
La dolcezza di un sorriso distratto o concentrato
può mantenere una vecchia promessa di felicità
della durata di un attimo
poi, però, lo specchio mi parla
e perdo la partita dell' anno.
Fossi un altro o avessi un altro corpo
ma nemmeno questo mi basta, quando ne ho abbastanza.
La vita vera è un' altra cosa
le mie parole sono di plastica
e chiedo a te che destino mai avrò.
Ma non rispondere prima dell' alba
dammi il tempo di sognarti.
(Come cambio quando scrivo dell' una o dell' altra?)
Cosa fare dell' anima?
Questa parola che ci abita come fosse precedente ai dialoghi.
Sono più timido che maleducato e certe paranoie mi amano".
Si presentò così, con un lungo discorso sconclusionato
e le parve malato.
Ma non per questo si scompose.
-Calmati, che l' anima non ti esca dagli occhi.
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