L'invrescere erno
Una pena ineludibile, strinata
di fredda malinconia calca l'inverno,
condensa echi e libecciate,
fiati ai davanzali diacci di gennaio.
A riparo dai pensieri è acclive la vita.
Il tempo respira la sua asprezza.
Ogni parola pare crescere dal seme dell'inverno,
esondare come un fiume verso il mare
tutto si affaccia al tiepido terrazzo della casa.
-Poesia- ci regala luce, estrema dolcezza di carne
che freme da minuscole gocce di brina
a custodire in chi l'ama la grazia.
Ori e rossori di un minuscolo sguardo,
il peccato della fragola al labbro.
Come passerotto attende il cibo
dal becco materno, così si scioglie
l'inverno e il suo rigore è quiete provvisoria:
nè gioia né dolore è questo morirti accanto
di un respiro e d'un pianto.
Ninnj Di Stefano Busà diritti riservati da Legge 633/1941
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