S'asciugano i desideri
che non ebbero occasione di spiovere
imprigionati tra le nubi
di un tempo che non scorre.
La memoria non viene loro incontro,
ma li arbitra da lontano
spezzando d'infinito ogni secondo
nella disilussione
e nell'incessante vanto
di un'indipendenza
che rende parte d'un altro mondo.
Eppure tu
da un'altra terra sei venuto,
terra già feconda
di quei sogni che avevo dimenticato
per condurmi a perdermi un'altra volta
tra l'istinto e,
del sentimento,
la sua svolta.
Le emozioni
formano nuove tracce,
sviano le convinzioni
ad essere deboli frecce
per bersagli mobili, ma intuibili.
Non c'è un incantesimo
che privi di bellezza
il desio di un amore
capace di portar gran festa
per un cuore solitario
che da sempre
s'è preservato da ogni durezza
troppo accorto
a seguire di nobiltà di sentimenti
un seminario.
Ora, forse, non è
il vento forte abbastanza
per spaziare il nostro cielo,
allacciare il mio
al tuo sentiero,
ma una nota d'amarezza
e una di dolcezza
si son fuse già insieme
nella bocca che,
dal pronunciar certe parole,
si trattiene.
Chissà cosa c'attende
tra i dirupi di dolori troppo grandi
con fardelli che ingobbiscono le schiene
di giovani destini piegati
a imparare soffrendo delle pene,
se l'aratro dell'amore,
se la pazienza per una nuova stagione
o cos'altro ora non sopravviene;
se il sole o l'acqua che nutra il seme
o lo spazio che c'allontani
per mete più amene.
Non c'è veggenza,
l'alchimia è una natura d'altra essenza:
non dipende dal giudizio
né dal volto di una condizione
esautora, almeno in parte,
il potere di previsione.
Porto luce
ove l'ombra la trattiene,
non son capace
di guardar un diamante
sporco di catrame;
è per questo che
m'auguro
t'auguro
la felicità della benedizione.
Se sarà,
incontriamoci sotto la pioggia
quando sorga un nuovo sole
o rincorriamolo a distanza
nella vita che,
con l'anima,
s'assaggia.
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