Se cento volte ti voltassi le spalle,
con o senza una motivazione,
finché mi terrà in piedi la vita,
mai potrò stare con gli infami,
ma ti starò accanto, mia bieca nazione.
Fui ingannato, deluso, e per la delusione
sono grato, seppur con dolore
alla Vita, alla Sorte, al Presente.
Dolorosa, erronea la fede, ma conveniente.
Di te invece, di te abbiamo bisogno, azione.
Agire, anche solo scrivendo,
ma agire comunque, irrequieti.
Con orgoglio e in alto la testa,
far sapere che qui nulla accadrà
finché rimarrà anche una sola protesta.
Il mio patriottismo mi stringe
e il mio cuore continua a cantare,
come un antico sovversivo,
remoto, eppur tempestivo,
ma con un cuore non del tutto guerriero.
Vieni adesso valorosa magiarità,
vita libera del vagabondo,
spingi Occidente contro Occidente,
infondi nel sangue nuovo vigore:
questo caos non può continuare.
Se cento volte girassi le spalle,
sarebbe per sempre una danza fallace:
l’Ungheria oggi è davvero nei guai.
Io sto in attesa della tua sorte,
mia odiosamata nazione.
traduzione di Vera Gheno e Gabriella Caramore
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