Pubblicato il 10/02/2016 13:00:22
Dal freddo e dal terrore, ignari della sorte, a passi spediti scappammo dalla morte verso terre straniere, lasciando alle spalle d’esistenza fardelli, case avite e ricordi.
Il sentiero prendemmo dalla vita tracciato coi bimbi in braccio, in fuga dall’addiaccio, dall’abbraccio mortale dei carnefici slavi.
Per l’ultima volta Marinella, d’un anno, sgranò i suoi occhi, spirò senza gloria e senza rintocchi nel campo triestino di Padriciano.
Tra stenti e fatiche, ci accolse l’Italia, che però non comprese il nostro esodo infame, oltreoceano molti spinse, verso terre più amiche.
Delle Foibe di Fiume, di Gorizia e d’Istria per tanta vergogna s’era persa memoria, di recente riesumata dai nuovi libri di Storia.
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