Pubblicato il 29/01/2016 10:06:08
Osservo i miei passi che mi portano incerti per i sentieri della pineta, lungo la via che il mare costeggia e lambisce. E osservo il mio corpo rilasciato e assorto su una panchina del molo, nel fiume che di fronte le riflessioni immerge. Tutto è distante per non sentire lo schiaffo della solitudine, per non avvilirsi e cogliere da terra i teneri affetti, quelli per cui ho lottato e con ali di gabbiano sono volati lontano. Dietro gli occhiali scuri i miei occhi senza pianto, asciutti di amarezza soli riprendono a guardare la vita. 15 maggio 2015
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