Francesca d’Errico – Garanza dorata
Aletti Editore – Villanova di Guidonia (RM) – 2024 – pag. 105 - € 12,00
Francesca d’Errico è nata a Capua nel 1953. Vive a Caserta, dove esercita l’insegnamento. Ha al suo attivo numerose pubblicazioni di poesia ed è presente in varie raccolte antologiche. È stata il personaggio del mese su la rivista “Le Muse” giugno 2021, rivista della quale fa parte del Comitato Letterario di Redazione.
Garanza dorata, la raccolta di poesie di Francesca d’Errico che prendiamo in considerazione in questa sede presenta una prefazione di Alessandro Quasimodo e una postfazione di Gianluca Sorrentino entrambe esaurienti e ricche di acribia.
È un elemento affascinante per il fortunato lettore della raccolta che ogni componimento presenti a fronte la traduzione dall’italiano all’inglese a cura dello stesso Gianluca Sorrentino.
Con questa nuova significativa raccolta Francesca d’Errico si conferma come ottima poetessa nella sua originalità che si nota soprattutto a livello formale e stilistico con l’uso costante di una parola sapiente e misurata.
Francesca ha scelto coscientemente per esprimersi in versi la modalità neolirica e non a caso le raffigurazioni naturalistiche sono centrali nel volume e la natura diviene spesso uno sfondo per le immagini in ogni singolo componimento.
Il lavoro di Francesca non è scandito in sezioni e costituisce quindi un continuum di versi da composizione a composizioni legati dal filo rosso di una chiarezza nell’esprimere emozioni complesse e controllate.
Un’atmosfera di reverie costella i versi della d’Errico che hanno una forte dose di magia e malia e ogni componimento pare essere un tassello di un mosaico e tutto il volume si può considerare come un poemetto o un inno alla gioia della natura e della vita.
I versi sono leggeri e icastici e pieni di fascino e si potrebbe dire poeticamente che non sono scritti con l’inchiostro ma con la garanza dorata del titolo che è un colore a olio.
Sembra che la natura sia animata in questa poetica e c’è a volte il tema della metamorfosi come quando l’io poetante pare interanimarsi con la rugiada e con la foglia umida.
E non poteva mancare la presenza di un tu al quale in modo forte e sentito la poetessa si rivolge un tu del quale ogni riferimento resta taciuto e che presumibilmente dovrebbe essere l’amato.
A lui in un bellissimo componimento l’io-poetante dice di portargli cose belle come fiori colorati e primevi ma anche emozioni e ricordi di momenti passati insieme felicemente nel passato ora che nel presente può esserci una gioia maggiore.
Un aprirsi un varco alla speranza la poetica della d’Errico in questo e in tutti volumi di poesia da lei scritti, modalità che risolve la vita, l’esistere nell’amarlo amando la vita in tutte le sue manifestazioni come l’amore tra gli innamorati, le bellezze naturalistiche dei paesaggi incantevoli, l’ammirazione per gli animali graziosi, e anche nei paesaggi sospesi sia sorgivi sia numinosi.
Ancora una volta la poesia salva la vita e scrivendo fino a creare l’idillio Francesca va del tutto controcorrente e ottiene altissimi risultati proprio con una notevolissima icasticità raggiunta senza il minimo sforzo.
Raffaele Piazza
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