Tra le dita di un demone impertinente
le nuvole grigie giocavano formando ombre brune
sui tratti gialli delle colline del sonno eterno
un uomo volgeva al tramonto l'ultimo alito d'innocenza
confondendo i suoi ricordi con il desiderio.
Bramava quel corpo restio al ritorno
bramava il mesto sentore dell’indebita voglia
di essere vivi ancora una volta;
il capo levato con esule garbo
le dita incrociate sul petto vuoto
ragione languiva e rinnovava l’attesa.
Sublime letargo di un vecchio prodigio
prestando alla fede il figlio smarrito
paziente tradiva il malsano violare
la vita dei segni del canuto male.
“Signore perdona, perdonami ancora
giustizia deride le mani in preghiera
quando, pesato, l’arbitrio
oltremodo pretende”.
Privo di sensi, ironica sorte,
il fato vorace trattenne i disegni
del piccolo uomo e dei suoi sentimenti,
offrendo sostegno, un doglio goloso
del dono di Bacco, chiamando al riposo.
Il tempo scorreva fra terra e mare
il buio inghiottiva i passi del sole
“l’attesa perpetua il delirio violento”
sommesso esclamò cedendo al dolore
“del vizio perduto dall’uomo redento”.
Le grida neonate dell’umile pianto
arrivano in cielo e nel mare profondo
trovando riparo, un materno conforto
nel grembo celeste del limpido canto.
“Forse tu Madre dal volto splendente
intendi il mio male, indulgi al mio torto,
conosci la pena per un figlio sottratto,
concedimi, o Pura, un ultimo abbraccio”.
L’ ultima luce del re moribondo
offrì in lontananza l’ambito profilo
del giovane figlio cresciuto da solo.
Maturo, sicuro ormai fattosi uomo
il giovane vecchio tremante lo strinse
e vide negli occhi un animo onesto
lo sguardo che attenua ogni rivalsa.
Un fiore lasciò cadere sul petto
narrando dimesso dell’ultima danza
pregò per il viaggio, pregò e poi disse
“Negare l’amore a un povero padre
prostrato, a un passo dall’eterno riposo
è una colpa più grave di ciò che ho subito,
negare l’amore a un povero padre
peccando di ira verso il suo dono
spinge l’amore al vuoto immortale
perciò, mio bene, cedi al richiamo
e proteggi i miei figli,
adesso puoi chiudere gli occhi,
Io ti perdono!”.
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