Pubblicato il 09/01/2016 12:45:05
Scoglio solitario, proteso in mare, tace parole che amavi ascoltare distesa al sole in punta di marina.
Il tuo nome, Mara, sa d’alghe e sale, tra cave rocce e pozze arse dal sole, risuona come il mare, tra rovine antiche e fronde, anse ed anfratti cavi e sciabordii d’onde.
O creatura amata, dalle lunghe chiome e dai grandi occhi scuri puntinati del verde degli abissi profondi, mi manca la tua risata.
La tua suadente voce è come il canto, foriero di tempesta, dei marosi di fin estate, è il gorgogliar dell’onda tra scogli e cavità nascoste.
Figlia adorata, dal tuo destino errabondo in desertiche lande confinata a inseguir di profetici sogni gli oscuri arcani segni.
Affido la mia voce al vento a carezzar il tuo bel volto e ti rivedo a me in braccio, col bel sorriso ora a me tolto.
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