Pubblicato il 27/10/2024 15:18:56
REPORT OF JAZZ / 2024 JAZZIT MAGAZINE
2 agosto 2024 – Intervista a Rafael Gualazzi di Arianna Guerin Protagonista dell’estate 2024 è il cantautore, pianista, compositore e arrangiatore Raphael Gualazzi, in concerto questa sera all’Eddie Lang Jazz Festival per presentare il suo ultimo disco “Dreams”, un album dalle sonorità oniriche e fatto di atmosfere sognanti dal respiro internazionale, edito dall’etichetta CAM Sugar. In questa piacevole chiacchierata il celebre artista ci racconta questo suo nuovo progetto, e anche un po’ la sua storia.
Ciao Raphael e benvenuto su Jazzit! Partiamo dalle tue origini musicali: come nasce la tua passione per il pianoforte e il canto? E quando è avvenuto l’incontro con la musica jazz? Grazie! Ho studiato pianoforte al Conservatorio Rossini di Pesaro. Da bambino ho cantato in un coro e mi piacevano moltissimo le prime percezioni che ho avuto della polifonia. All’epoca ero una voce bianca, ora sono un baritono. L’incontro con il jazz è avvenuto grazie a un bellissimo festival di cui ora sono Presidente Onorario, l’Urbino Plays Jazz. Negli anni il festival ha cambiato organizzatori, ma l’entusiasmo verso questa musica e cultura è rimasto sempre lo stesso.
Quali ritieni le tappe più importanti della tua carriera? Nonostante le mille avventure in giro per il mondo, credo che le tappe più importanti siano sempre le esperienze che devono ancora arrivare e vedo negli sbagli gli insegnamenti più preziosi. Tutti i concerti, gli incontri e gli scambi culturali che si vivono durante la vita musicale sono importanti per me. Non importa se si facciano a Tokio, Montreal, Marciac, Johannesburg, Atene, Jūrmala, Edimburgo o Urbino.
È uscito quest’anno il tuo ultimo album “Dreams”, un disco dalle sonorità oniriche e caratterizzato da atmosfere sognanti, che farà letteralmente sognare il pubblico a occhi aperti: ce lo racconti? “Dreams” è un progetto dedicato al sogno e vede in esso e nell’immaginazione la dimensione più adatta per riconnettersi alle radici dell’attimo presente, che è l’unico ad esistere. L’esercizio di gratitudine verso la consistenza dell’attimo presente avviene quando riconosciamo il valore dei nostri sogni e ci rendiamo vulnerabili all’immaginazione creativa.
Come descriveresti l’atmosfera musicale dell’album, ricco di tante diverse sonorità e influenze? L’album non fa che seguire e perseguire un’impostazione etica ed estetica poliforme ed eclettica, che non ha mai dato l’esclusiva ad un unico sentire e vuole celebrare la curiosità artistica con diversi colori musicali e testuali. Le ispirazioni si alimentano nel dialogo tra la provenienza italiana e l’ammirazione per la cultura afro-americana, nelle sue tante sfaccettature e potenti declinazioni.
Stai presentando questo tuo nuovo progetto in un tour dedicato: come lo sta accogliendo il pubblico e che emozioni provi tu nel proporlo? La musica è sempre un’esperienza unica e irripetibile. Questo progetto ritrova nel live la sua autenticità e si rigenera sempre di più, guidandoci verso nuovi sogni musicali.
Come definiresti la tua musica dal punto di vista stilistico ed espressivo? Quali emozioni vuoi trasmettere con essa? Non ho mai scelto definizioni per la mia musica, non ho mai sentito l’esigenza di definirla. Spero essa possa rappresentare per me e per chi ne vorrà enfatizzare i contenuti espressivi un modo per vivere le proprie emozioni, quelle vere e uniche.
Da cosa ti lasci ispirare quando componi i tuoi brani? Dalla vulnerabilità, fragilità, forza e libertà dei sogni.
Alla sessione del 2 agosto presenterai “Dreams” all’Eddie Lang Jazz Festival con il tuo quartetto: che tipo di spettacolo porterai in scena?
Saremo in cinque sul palco, con Luigi Faggi alla tromba, Mecco Guidi all’organo e tastiere, Anders Ulrich al contrabbasso e Gianluca Nanni alla batteria. I musicisti si esibiranno anche vocalmente su parti corali da me orchestrate e ad impreziosire la serata ci sarà la special guest Emma Morton, talentuosa cantautrice scozzese che si unirà a noi per alcuni brani. Insieme alla band ripercorreremo non solo alcuni dei principali successi del passato, ma anche rivisitazioni di arie d’opera, brani dalle atmosfere soul e non mancheranno delle sorprese pensate ad hoc.
L’Eddie Lang Jazz Festival è una manifestazione che propone sempre artisti di fama internazionale, che trovano nel jazz un minimo comun denominatore, valorizzando l’importanza dell’incontro e della contaminazione tra le diverse identità ed espressioni artistiche.
Tu che sei un artista molto eclettico e abituato a calcare i palchi più importanti del mondo, come ti trovi nella dimensione del jazz festival? Devo dire che è sempre un onore poter testimoniare l’esperienza di un jazz festival e l’energia del suo pubblico, così come quella dei suoi musicisti. Sono atmosfere uniche.
Quali sono i tuoi prossimi progetti e magari un sogno professionale che vorresti realizzare in futuro? Sto lavorando a una colonna sonora e al nuovo disco, ma il sogno più grande è sempre quello di svegliarsi ogni mattina e poter suonare un’altra nota… www.raphaelgualazzi.com www.jazzitmagazine.com
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