Vincenzo Meo, Oggetti Preziosi, Guido Miano Editore, Milano 2024
Recensione di Raffaele Piazza
La raccolta di poesie Oggetti Preziosi (Guido Miano Editore, Milano 2024) di Vincenzo Meo presenta due prefazioni: una di Michele Miano e l’altra di Romeo Iurescia. entrambe centrate e ricche di acribia e anche una nota critica di Vincenzo Bendinelli.
La silloge è scandita nelle seguenti sezioni: “Cielo grigio e squarci azzurri”, “Una luce diversa”, “Anonima”.
Significativa la poesia eponima che non a caso è la prima del testo e che in modo incontrovertibile ha un carattere programmatico; “Da ragazzo/ mi avventuravo lungo il fiume/ cercando oggetti preziosi/ fossili, radici, pietre rare/ e tutto ciò che vi fosse/ di insolito e sconosciuto./ poi ad un tratto/ abbandonai quel mondo/ di palpabili oggetti,/ per cercare dentro di me/ oggetti più preziosi”.
Nella suddetta composizione si assiste ad uno spostamento dell’attenzione da parte dell’io-poetante dal mondo delle cose esterne e tangibili all’interiorità del poeta stesso, sfere che hanno in comune la possibilità di contenere cose preziose per la vita e del resto fossili radici e pietre rare divengono correlativi oggettivi per una ricerca simbolica del senso della vita stessa di cose fisiche che sopravviveranno al poeta e a tutti pur essendo inanimate
Poi per un secondo livello il poeta per un forte impegno etico si ripiega su se stesso per trovare nella sua psiche cose preziose e da questo scavo nasce, scaturisce la poesia stessa che è l’unica cosa che può salvare.
Una forte e insolita chiarezza caratterizza i componimenti di Meo che sembrano sottesi ad una scaltrita e intelligente coscienza letteraria.
La luce e le tinte numinose presumibilmente del cielo sembrano essere dette controcampo quasi come antidoto al male e alla violenza del mondo che turba Meo che però è perfettamente convinto che la vera felicità è nel bene e che una persona possa essere nel carattere fortissima e anche buona in una stabile gioia e che la poesia stessa può nell’attimo fermare il tempo in una forma d’infinito diversa da quella leopardiana se c’è un’uscita trascendente e ogni fenomeno è morale.
Quanto suddetto è colto anche da Michele Miano nella sua prefazione e accade così che il pessimismo di fondo diventi ottimismo. Scrive infatti Miano che Vincenzo affronta la scrittura letteraria come affronta la vita di ogni giorno con forza, dignità e fiducia e con quello sguardo pulito e profondo dell’artista che non teme di scontrarsi con lo squallore della violenza della degradazione dei valori etici di una società ormai alla deriva.
Non è solo la poesia che salva, perché intimamente connessa alla poesia stessa il poeta per la sua redenzione crede in Dio e fa bene a gettare su di Lui ogni sua ansia e ogni suo dolore e nella poesia Grazie Signore scrive: “ Grazie Signore!/ per averci dato le stelle che ci fanno un po’ di compagnia/ in questo mondo così triste e solo“.
Intrigante un componimento della prima sezione che contiene il concetto della poesia nella poesia intitolato Un poeta; “Un uomo/ un operaio/ un medico/ un professore/ uno scienziato il capo di una nazione/ un poeta/ qualcosa di più/ qualcosa di diverso".
Una vena e un’ispirazione poetica originali in questi componimenti connotati da chiarezza e da eleganza e la loro semplicità sottende la complessità di in pensiero intelligente e profondo che produce un interessante esercizio di conoscenza.
Raffaele Piazza
Vincenzo Meo, Oggetti Preziosi, prefazioni di Michele Miano e Romeo Iurescia, Guido Miano Editore, Milano 2024, pp. 128, isbn 979-12-81351-35-6, mianoposta@gmail.com.
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