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Quant’è strano essere un nome

di Federico Zucchi
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Pubblicato il 24/10/2015 16:50:30

Quant'è strano essere un nome

Cammino nella notte
accostato alla bretella del mare
cammino pigiando più che posso
gli acini dei miei passi tardivi.

Il tempo inchioda le sue assi
circoscrive le mie scelte
tiene a bada con forza canina
la tentazione del divino assemblaggio.
Eppure continuo a camminare
fasciato di spifferi obliqui
premuti sui polpastrelli del vento
e un’infinita immaginazione
si rovescia sul portamento
della mia armatura.

Mia madre si posa appena
sulla penisola delle scapole
e sorride da dietro una culla,
tutto l’amato soffia e traspare
al di sopra del pelo dell’acqua,
gli amori tornano dalla collina
truffando il superbo archivista,
i dolori pizzicano il respiro
come aedi di un canto anteriore.

Cammino nella notte
incalzato dalla mia piccola storia
che si frantuma per ricomporsi
sotto la suola di orme incarnate.

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