Pubblicato il 24/10/2015 16:50:30
Quant'è strano essere un nome
Cammino nella notte accostato alla bretella del mare cammino pigiando più che posso gli acini dei miei passi tardivi.
Il tempo inchioda le sue assi circoscrive le mie scelte tiene a bada con forza canina la tentazione del divino assemblaggio. Eppure continuo a camminare fasciato di spifferi obliqui premuti sui polpastrelli del vento e un’infinita immaginazione si rovescia sul portamento della mia armatura.
Mia madre si posa appena sulla penisola delle scapole e sorride da dietro una culla, tutto l’amato soffia e traspare al di sopra del pelo dell’acqua, gli amori tornano dalla collina truffando il superbo archivista, i dolori pizzicano il respiro come aedi di un canto anteriore.
Cammino nella notte incalzato dalla mia piccola storia che si frantuma per ricomporsi sotto la suola di orme incarnate.
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