Lontano. Andare, correre, via, senza meta. Lontano. Fuggire da tutto, anche da se stessi. Da ogni rumore che non sia voce, che non sia suono, che non sia armonia, che non sia un canto di rigenerazione.
Respirare, come una chioma d’albero che oscilla, tra le stelle superne di questi cieli, troppo spesso coperti dalla malinconia, troppo spesso offuscati dalle lacrime. Lontano. Soffiare su un fiore le nostre lacrime. Lontano. Vivere, vivere senza ombre, senza i fantasmi delle nostre notti insonni. Vivere, senza l’ombra dei rimpianti, senza i fantasmi dei turbamenti. Lontano.
Io e te. Lontano. Oltre il canto del mare, e l’eco perfetta delle sue onde. Lontano, oltre i mari e i silenzi. Lontano, per vivere, sollevando il nostro cuore sopra quel baratro dei rumori molesti.
Strappiamo le vesti di quel fantasma che aleggia sopra le nostre paure.
Credi che il tempo possa guarire le piaghe? Credi che il tempo possa lenire ferite che dolgono? Credi possa essere il balsamo che cura come un miracolo?
Lontano, la mia mente fantastica viaggi, mete arcane, promontori eccelsi ove rinascere. Lontano, il mio credo si spinge, verso l’onda che eterna rinasce. E in quelle immensità si perde, libero, vagando fra le celesti rive e le sedi remote, lontane. E dove credi si perdano le onde al di là dell’orizzonte? Sì, arrivano a mescersi al cielo, sì, lì, lontane, lontane dai nostri rumori, lontane dalle nostre paure, lontane dai nostri affanni. Nel silenzio, nella pace. Lontano. E andare, percorrendo cieli, percorrendo mari, volando liberi. Ah, lontano.
Vorrei correre, via, e mescolarmi al mare, mescolarmi al cielo, diventare Sole, diventare stella, vento, luce. Ondeggiare come una spiga di grano in un campo d’Estate. E perdermi, disperdendo la mia voce come un’eco sulle alture sconosciute al passo dell’uomo. Terre lontane, ove i nostri canti diverranno favole antiche d’un tempo. Favole belle.
E vivere, e librarmi nell’aria, come un soffione leggero. Io e te. Lontani da questo mondo stravolto, da queste ombre deformi, lontani da tutti i suoi fantasmi, lontani da tutti gli affanni. Felici, finalmente leggeri e felici. Io e te. Accetta questo mio invito, prendi la mia mano, lasciamo dietro di noi le ombre del tempo, lasciamo i rimpianti, le illusioni, gli inganni, dimentichiamo il mondo. Ascolta il mio canto, ascolta il mio pianto.
Lontano
Vorrei dirti ascolta, ascolta questo mio cuore, ascolta questo mio pianto, via, lontano, dammi la tua mano, andiamo lontano. Lontano.
(Testo pubblicato sul giornale telematico Eroica Fenice - La rinascita della cultura)
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