Pubblicato il 17/10/2015 15:53:49
Scarno autunno
Ormai la luce giunge a strappi e come il panico del pesce prova a redimere la bocca dall’amo di buio insolvente. Spesso si ferisce mortalmente o finisce a rimirarsi le branchie nell’apnea degli alberi spogli.
Perché presto la sera si oscura e non conosce intercessioni specie quando la nebbia procede indolente a filare il cotone, o quando la pioggia si infila nei covi dei ragni assonnati.
Ma quando la luce svicola nel nudismo di un mattino è un trionfo di colori calcarei è un’embolia di parole che porta la bellezza a radicarsi nel crampo essenziale, nel busto di Buddha dei gelsi potati.
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