“Compagni di Scuola” un libro di Stefano Di Gialluca – Albatros 2016
Una macchia d’inchiostro sulla pagina di un diario ed è subito Scuola, il giorno del rientro dalle vacanze estive che abbiamo appena concluse e che avremmo voluto non finissero mai, eppure …
… eppure eccoci qua, a distanza di anni, a ricordare molte cose che abbiamo memorizzate e mai più dimenticate, anche se non tutte così eclatanti come c’erano sembrate allora. Ma si sa il tempo stempera gli entusiasmi, i colori che usavamo per scarabocchiare i nostri ‘scherzi’ audaci, le frasi sconnesse e ‘farlocche’ che ci scambiavamo negli intervalli delle lezioni, come rifare il verso a quello e/o a quella insegnante che regolarmente ci metteva un bel ‘cinque’ in condotta e qualche ‘nota’ sul diario che poi dovevamo in qualche modo spiegare ai genitori.
Ma come tutto questo riguarda il passato cui non sempre ci è facile fare ritorno, anzi con la modestia del poi, possiamo dire che un vero e proprio ‘ritorno al passato’ non è possibile, perché molte delle cose sono andate perdute col tempo.
Tuttavia quel che rammentiamo oggi, sono quei ‘giorni così speciali’ che in seguito sono divenuti motivo di riflessione, e magari ancora ne ridiamo, più perché ci consolano nella raggiunta ‘pace interiore’ degli anni avanzati “…o più semplicemente per pura malinconia” – come scrive l’autore – ricordando la propria adolescenza in queste pagine di diario.
“Il passato, gli anni che hanno contraddistinto la mia adolescenza, i periodi più belli nei quali il divertimento era la parola principe di un vocabolario chiamato spensieratezza. Gli anni trascorsi sui banchi di scuola sono stati unici e indimenticabili soprattutto perché i principali protagonisti di quei tempi erano loro, i miei ‘vecchi’ compagni di scuola. (..) Erano loro, i miei compagni, che rendevano le giornate tremendamente ironiche e piene di significato e che oggi mi trovo qui, a (ri)pensare a quei giorni insieme con un pizzico di nostalgia e forse con un pizzico di tristezza”.
Dunque, non c’è da meravigliarsi se il tempo ha racchiuso nella propria sfera di semi-verità e piccole menzogne in un diario tutto quel che ci dicevamo frammisto a quel che accadeva di veritiero, fatto è che tutto quel che oggi ci accomuna sono i ricordi di quel tempo …
… quel tempo in cui: “L’obiettivo che ci accomunava era il conseguimento del diploma ma ognuno voleva arrivarci a modo suo. C’era chi marinava spesso e volentieri le lezioni, chi di fronte alle interrogazioni si nascondeva dietro scuse fantascientifiche e chi studiava giorno e notte per ottenere voti elevatissimi. Volevamo a tutti i costi raggiungere quel traguardo e la nostra preghiera più ricorrente per far si che tutto quello avvenisse era “voglia di studiare saltami addosso”. A chi si stesse chiedendo che cosa potesse esserci di tanto particolare in quella classe, rispondo con una frase che trovai scritta sulla porta dell’aula il primo giorno che mi recai in quell’istituto: “Il singolare di alici è alicia!”.
Si è sempre in molti ma comunque pochi sono infine quelli che restano, schiacciati nella memoria come in una scatoletta di sardine che pure si ribellano, senza infine poter fare granché, se non di affrontare la realtà di una vita edulcorata e/o artata che sia, e che prendono e si perdono per le diverse strade della macchina mangia persone che è la società in cui, siamo costretti a vivere.
I nomi, che pure sono importanti in una qualunque storia si voglia raccontare, hanno assunto nel tempo sembianze di quelli che in verità erano dei “compagni di scuola”, sono rimasti solo i nomignoli che ognuno si è accaparrato e che rispondono a un vezzo e/o talvolta a un difetto, con i quali venivano regolarmente appellati: Kiki, Ciccotto, Beta, Meri e tanti altri. Ma non fatevi caso, non è tutto qui, col tempo qualcuno di loro ha assunto un connotato importante come Avv. Prof. ecc.
Fra quanti sono qui ricordati è forse l’autore di questo piccolo ‘gioiello’ che più di altri ha mantenuto un epiteto accattivante, quello di Maître d’Hotel per il fatto che si è diplomato all’Istituto Alberghiero di San Benedetto del Tronto e da sempre è impiegato nel mondo della ristorazione. È così che, rispolverando il suo “diario degli orrori”, come lui stesso lo ha chiamato, nel quale era solito racchiudere le frasi più esilaranti dei suoi vecchi amici e compagni di viaggio …
… di un ‘viaggio’ infatti si tratta, ripercorrendo le tappe di un iter adulto che li (ri)vede impegnati nel tempo attuale, cambiati nell’aspetto, con le loro idiosincrasie, afflizioni, con il loro timore d’invecchiare precocemente, ma a quanto sembra non nell’humour che invece hanno conservato allo stadio di “Dinosauri Psicopompi” c/o in quanto elementi strutturali di questa società aliena (*), ma che si svegliano “…sempre prima della fine dei sogni”, come ritagliati con le forbici sulle pagine di un ‘diario’ cui Stefano di Gialluca ha lasciato cadere una macchia d’inchiostro dai colori dell’arcobaleno.
Nota: (*) “Dinosauri Psicopompi … elementi strutturali di poesia aliena". Una silloge di Paola Silvia Dolci, Anterem Edizioni/ Cierre Grafica 2022.
L’Autore: Stefano Di Gialluca, di Ascoli Piceno, Maître d’Hotel presso “Casolare Azzurro” in località Acquaviva Picena – 0735.683185, collezionista per nat ura e scrittore per passione.
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