Mangio. Per sopravvivere. Morire
di fame mi fai tu, che lasci intanto
la mia bocca smaniosa e vuota al canto
della parola. E lì s'ode il frinire
dell'afosa manfrina di quel dire
che mai non sazia, dell'estate il vanto:
lo splendido sfoggiare del suo manto
sgargiante -evanescente nell'arsire-
Ma si fa presto inverno e sempre preme
allo stomaco il languido digiuno.
Nel deserto dei logoi vano è il seme
che germogliando porti un frutto al pruno.
E taci questa stridula bohème!
Non si vive di briciole in raduno.
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