Pubblicato il 14/08/2015 23:38:29
Scuola guida per talpe interiori
La ferita guida i sonnambuli a medicare il tessuto sdrucito che avvolge la nostra pienezza.
La ferita può condannarci a una vita indecente, i denti ammalati di sera trascorsa, i corpi senza una vera pronuncia d'amore. La ferita può picchiare il torace come un tennista di terra battuta, può reclamare il timone del nostro canto interiore.
Ma giorno dopo giorno la stessa ferita può scalzare i secondini della dispersione, può indicare il perno segreto del ponte lucente, il verso reggente del nome. La ferita può portarci vicino a come siamo davvero, può disdire l’assidua adesione al banchetto della finzione.
Se impariamo a non voltare le spalle alla bruciatura, la ferita può diventare il nostro istruttore di guida il cane per ciechi che a lungo abbiamo invocato. Se restiamo interi, possiamo guarire oltraggiando la linea di immersione, trascinando staffette d’acqua corrente lungo i margini delle intemperie.
La ferita può aiutarci a essere quello che siamo spingendo il mallo più umano al punto sporgente di fioritura.
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