L’estate è come miraggio d’oasi,
un riflesso traslucido effervescente
che fuoriesce dall’asfalto eccitato
tramutandolo in evaporabile specchio.
L’estate è campo di polvere e farina,
sole impertinente che secca e increspa la terra,
filo di vertebre ricurve che taglia spighe dorate,
silenzio irreale spezzato da grilli e cicale.
L’estate è giovane mare, disteso, lucido, sfavillante,
arenile che al tramonto arrossito, rinnova pelle
scoprendosi orfano dell’insolente calpestio
ma pronto ad abbracciare i propri figli ancora.
Estate, troppe volte metafora umana di ideale disatteso,
è sospensione, è quella seducente idea di nuovo inizio
che indugia nell’animo accartocciandolo di malinconia,
rendendolo così capace di godere solo della sua attesa.
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