Pubblicato il 20/01/2010 19:05:47
Molteplici pulsioni silenti e sordide albergano come virus nelle fibre della mia pancia. Troppe le medicine assunte per contrastare le infezioni. L’ipocondria, malata di euforia, reclama antichi untori e fruga tra asettiche ferite, nuovi possibili focolai. E’ un tempio di purezza questo mio corpo edificato su ferree regole di rinuncia alle contaminazioni, di difesa dal contagio. Restano solo le cicatrici, nette o slabbrate, e saranno bisturi di precisione a incidere là dove il sangue, sgorgando a grumi, nel lento diluire, genererà un’epidemia.
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