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Elva, borgata Comba (alla memoria di Piero Raina)

di Federico Federici
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Pubblicato il 17/06/2015 12:37:29

Laisa fraire la terro di paire

scapa fraire da la terro di mort.

 

È un paese ormai

spopolato: gli assenti

sepolti nel campo,

gli aratri coperti

dall'erba nei solchi.

Nessuno più guida

le bestie, nessuno

è custode di un fiore.

Tre semi per buco

una volta, un corpo

soltanto a ogni croce.

La neve confonde

le fosse, le vere

e le false, il freddo

le ossa, le vive

e le morte. Il gelo

fa crepe nei vetri

e sgretola i volti

nei tondi. Qualcuno

ha lasciato all'inverno

anche il nome.

Il tronco che sporge

di sbieco dal muro

ripete la forma,

di qualche saetta

che l'ha mutilato,

la folgore nera

sbucata dal cielo

per ardere in terra.

Che stretta nel petto

sentirle suonare

a distesa da un altro

paese! Il tempo,

toccato da quelle

campane, si desta

e scompare.

Chi corre a preghiera

sa che non c'è Santo,

o Madonna che tenga,

finché siamo vivi,

la morte a distanza,

l'eterna! Riprende

a cadere la neve.

La terra rimescola

i sassi, le ossa. 

 

________________________

da Stanze dei non risorti in

Dunkelwort (e altre poesie) 

ISBN: 978-1326223373

2015

 


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