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Viaggio extracorporeo con Maria

di Gaetano Lo Castro
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Pubblicato il 31/08/2016 13:03:56

Nell'inoltrato pomeriggio di fine stagione la spiaggia ormai era perlopiù deserta. Sulla riva del mare vi erano rari e sonnolenti bagnanti distesi al sole, e anche alcuni pazienti pescatori con le canne. Il sottofondo delle onde era contrappuntato dai richiami dei gabbiani mediterranei. I due adolescenti in t-shirt, pantaloncini e scarpe sportive correvano piano lungo la riva.

"Che ne dici se ci fermiamo per riprender fiato?" disse con affanno il ragazzo.

"Andiamo ancora avanti."

"Ma ci dobbiamo allenare per partecipare alla prossima maratona olimpica?"

"Forza, cerca di resistere." disse la ragazza. "Una valente poliziotta dev'essere ben in forma per poter rincorrere i criminali e acchiapparli."

"Sì, però un povero scrittore dev'essere ancora vivo per poter scrivere le proprie opere."

"Risparmia il fiato e corri."

"Fra un po' farò il mio ultimo respiro."

Lei non vide una buca nella rena e cadde a terra. Lui l'aiutò a tirarsi su.

"Ti ringrazio."

"Ti sei fatta male?"

"Non molto."

"Naturalmente correndo c'è il pericolo di cadere ch'è sempre presente."

"L'importante è rialzarsi e rimettersi in corsa senza scoraggiarsi mai."

"Giusto."

"Seguitiamo."

La coppia continuò a correre ancora per un poco. Dopo si fermò e si sedette stanca sulla sabbia. Rimase a osservare la distesa del mare.

"Da esso ogni goccia è stata generata." disse dietro di essi una voce femminile.

I due ragazzi si girarono.

"E con esso ogni goccia deve anelare a ricongiungersi." disse ancora la donna.

Da dov'era arrivata? La giovane donna li guardava con un sorriso amoroso. Aveva una lunga veste gialla e raggiante, tanto che sembrava vestita di sole. La sua bellezza abbagliante li incantò totalmente.

"Ma per poter riunirsi col mare, le gocce devono compiere un cammino." continuò la donna misteriosa con la sua voce melodiosa.

Loro erano estasiati.

"Il vostro cammino è pieno di prove e pericoli. Perciò voglio offrirvi il mio aiuto. Volete venire con me?" domandò loro la meravigliosa signora.

I suoi occhi ammalianti brillavano di un amore così tenero e materno, che loro si sarebbero lasciati condurre dovunque lei avesse voluto.

"Sì!" risposero all'unisono.

"Grazie per aver accolto il mio invito."

"Grazie per il tuo invito."

La signora sorrise compiaciuta. Si chinò su di loro, li prese uno per mano e li alzò in piedi.

"Non abbiate alcun timore."

Tenendoli per mano, insieme si staccarono da terra, e s'alzarono nella volta celeste. Mentre salivano in alto i ragazzi videro in basso i propri corpi inerti distesi presso il mare. Parevano dei manichini lasciati sulla spiaggia. Condotti dalla signora s'innalzarono celermente nel cielo azzurro, in direzione del sole splendente. Che emozione esaltante! Quello era il vero volare! E che velocità vertiginosa!

"Wow!" esclamarono insieme.

Sotto di loro il globo terrestre s'allontanò impicciolendo sempre più, e sopra di loro la sfera solare s'avvicinò ingrandendo sempre più. Man mano che le si approssimavano, ne avvertivano sempre più forte l'attrazione. Un'attrazione assai più intensa della forza gravitazionale. Un'irresistibile attrazione di bellezza e d'amore. Finché non esisté altro che l'immenso astro. Con anelante slancio lo raggiunsero, si tuffarono e s'immersero in esso, come gocce in un immane mare di luce. E furono nell'Infinito.

Si ritrovarono in uno spazio senza spazio, in un tempo senza tempo, in una dimensione molto al di là d'ogni capacità di comprensione umana. Era il regno della luce. E quella donna tanto raggiante n'era la regina. Lì la luce era tutto, e tutto era armonia luminosa. Una luce intensa e iridescente, senza origine né fine, sempre identica a se stessa e sempre diversa. Una luce di una eccelsa bellezza, la cui essenza era un supremo amore, superiore a ogni capacità di percezione umana. Era l'eterna Luce.

E oltre a loro v'erano immersi in essa, facendone intimamente parte come piccole gocce di un mare infinito, innumerevoli esseri, bellissimi e luminosi, da essa originati e a essa ritornati. L'unione con la Luce creatrice dava a tutti una felicità senza confine, una beatitudine senza fine. I ragazzi ormai non avevano altro desiderio che rimanere in quello stato per sempre. Tutto il resto non esisteva più. Null'altro aveva più importanza.

"Su, ora dobbiamo andare." comunicò invece la regina senza parlare.

"Non possiamo restare?" domandarono loro nello stesso modo con molto rammarico.

"È necessario proseguire il nostro viaggio."

"Come vuoi tu."

"Andiamo."

Così come vi si erano immersi, riemersero e fuoriuscirono dal sole. Si allontanarono quindi da esso, volando verso il basso, sempre guidati per mano dalla regina. I ragazzi rigustarono la gioia del vero volo. Si avvicinarono alla terra. Arrivati a metà tragitto, videro una grande nube grigia. Senza indugio vi penetrarono.

Si ritrovarono in un ambiente nebbioso e triste. Era il regno della purificazione. Vi scorsero tantissimi esseri, dall'aspetto vago e opaco. Il loro era uno stato di transizione e d'afflizione. Tutti si struggevano dall'ardente desiderio d'ascendere al regno della Luce, per poter infine unirsi a essa. E la certezza che prima o poi avrebbero appagato questo anelito, donava loro conforto.

"Soffrono, poveretti."

"Se volete, potete aiutarli a liberarsi da questo stato." disse sempre col pensiero la signora.

"Come?"

"Con la vostra preghiera e specialmente con l'offerta della Santa Messa."

"Lo faremo molto volentieri."

"Vi ringrazio."

Fuoriuscirono dalla nube e ripresero a volare verso la terra. Quando giunsero sulla sua superficie non si fermarono, ma sprofondarono sottoterra.

Si ritrovarono in un abisso, buio e infuocato. Era il regno delle tenebre. Nell'oscurità rischiarata da un mare di fiamme ristagnava un soffocante fetore, e vi risuonavano bestemmie, maledizioni e urli di disperazione. Il vastissimo abisso era affollato di esseri, umani e demoniaci, dall'aspetto animalesco e ributtante. I tanti dannati e i molti demoni odiavano se stessi, odiavano gli altri, odiavano soprattutto Dio. Odio perverso verso l'Amore perduto per colpa propria. Tutti ardevano nell'eterno tormento d'aver perso per sempre il sommo bene: la Luce. A quell'atroce visione i ragazzi rabbrividirono di raccapriccio, e strinsero forte la rassicurante mano della signora.

"La maggior parte dei poveri peccatori che si trova in questo stato, rifiutava di credere alla sua esistenza." disse con dolore la signora.

"Ma dato che, come noi abbiamo sperimentato, è tanto grande l'amore del Creatore..."

"...per quale ragione loro sono stati condannati?" le domandarono con sgomento i ragazzi.

"Lui non condanna nessuno." rispose lei. "Lui vuole la salvezza di tutte le sue creature. Per la redenzione di tutte loro è avvenuta l'incarnazione e s'è compiuto il sacrificio di mio Figlio. Egli il suo folle amore non lo impone a nessuno, ma rispetta la libertà d'ognuno. Lui rispetta la libera scelta di molti peccatori di rifiutare, fino al loro ultimo istante di vita, la sua misericordia infinita. Però coloro che lo rifiutano come il Salvatore misericordioso, lo devono poi accettare come il Giudice giusto."

"Abbiamo compreso."

Risalirono in superficie e ritornarono sulla riva dove erano prima. E appena la materna mano della donna lasciò la loro, i ragazzi si sentirono come risucchiati dai propri corpi e rientrarono in essi. Dopo alcuni momenti d'intorpidimento, si misero a sedere.

"Vi ho condotti con me nei tre regni dell'aldilà." disse la donna con voce sonora. "Avete visto coi vostri occhi qual è la realtà. Siete liberi di scegliere il vostro futuro ultraterreno. Decidete dove volete andare, e continuate il cammino terreno vivendo in coerenza con questa scelta. Cari figli miei, anche se non mi vedete io sono sempre con voi, prego per voi, e vi amo tanto."

"Pure noi ti amiamo!"

"Andate in pace."

"Grazie mille, Madre!"

La donna sorridendo con dolcezza si elevò lieve e svanì nel cielo. I due ragazzi rimasero a fissare per un po' il punto nell'azzurrità dov'era sparita.

"È già quasi il tramonto." notò la ragazza riscuotendosi per prima dalla fissità.

"Mentre il nostro straordinario viaggio è durato soltanto una decina di minuti."

"Come si spiega?"

"Con la relatività del tempo. Lo scorrere più o meno veloce del tempo dipende dal nostro movimento. Abbiamo constatato che la teoria di Einstein è corretta." rispose il ragazzo ripulendo il suo orologio dalla sabbia.

"Esaminiamo quanto c'è accaduto con mentalità investigativa." disse lei.

"Direi che è abbastanza evidente." disse lui. "Noi abbiamo sperimentato un classico fenomeno di uscita dal corpo con viaggio spirituale."

"E sulla realtà del fenomeno non ci sono dubbi. Anzi, è stata un'esperienza ancora più reale del normale. Come se la vera realtà non fosse questa, ma quella."

"È vero."

"Da questa esperienza extracorporea quali deduzioni si possono ricavare?" rifletté la ragazza.

"Una è che questo nostro viaggio dantesco è la confutazione della reincarnazione."

"Un'altra è che non si deve mai rimanere rinchiusi nella propria convinzione, ma bisogna sempre tenersi aperti ai cambiamenti di opinione."

"Quindi per raggiungere la meta del nostro cammino," commentò il ragazzo, "dobbiamo mantenerci aperti ai cambiamenti di direzione, alla conversione. Perciò dobbiamo cercare di percorrere sempre, senza alcun pregiudizio e con umiltà, la Via della Verità..."

"...verso la Vita."

"Con la nostra guida."

"La migliore che ci sia."

"Già, la Madre Maria."

"Che porta alla vittoria."

Lui estrasse la sua collanina da sotto la maglietta. La dorata medaglietta della Madonna brillò, raggiata dal sole al tramonto. La baciò con trasporto. Lei si chinò e ne baciò con slancio il Crocifisso. Il ragazzo rimise a posto con cura la sua catenina.

"Adesso che conosco di più Maria, comprendo meglio il suo ruolo nel tuo racconto." disse la ragazza.

"Quale?"

"Quello del castello."

"Ella è la potente calpestatrice del serpente. Ella è la materna indicatrice della salvezza."

"Nelle belle opere che componi, a volte c'è qualcosa che sfugge alla mia comprensione."

"Nemmeno io capisco sempre totalmente ciò che scrivo. L'ispirazione è una cosa misteriosa. E' una cosa che scaturisce dall'interno. Anzi, è più esatto dire che discende dall'alto. Tutto il bene proviene da lassù."

La coppia levò lo sguardo verso il firmamento.

"Allora andiamo?"

"Sì, proseguiamo."

"Alla volta della meta scelta."

"Sempre insieme."

"Naturalmente."

Si baciarono. S'alzarono in piedi. Quindi la coppia corse aleggiando e ridendo lungo la riva, verso lo splendore del sole, che tramontava immergendosi nel mare.

E...

 

(Brano tratto dal romanzo "I libri della Bioteca", romanzo premiato e pubblicato. Col nuovo titolo "I misteri della Bioteca" è stato finalista nel premio Young adult.)

 


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