Pubblicato il 10/09/2010 12:00:00
Questo libro, proposto dall’editore Playground nella sua collana High School, è un romanzo a fumetti, o meglio, una graphic novel, ambientata, per l’appunto, in un liceo ed ha come protagonisti due simpatici liceali alle prese col fatidico “diventare grandi” e scoprire la propria strada. Tutto ciò potrebbe far pensare ad un libro per liceali, o comunque giovani, in realtà, vista la triste ed arretrata situazione italiana, è un libro che, non dico tutti, ma molti dovrebbe leggere e capire a fondo. I giovani in questione sono omosessuali, o meglio, gay, e non la serie vergognosa di epiteti con cui vengono dipinti da, purtroppo, tante persone. I protagonisti vivono la loro esistenza come tutti i loro coetanei. Marco si dedica al tennis e allo studio, l’altro, Fabio, alla musica, addirittura ha una specie di altarino dedicato a Carmen Consoli. A far divergere la loro strada da quella dei coetanei è l’amore, che per Marco sboccia verso un professore supplente, ahinoi sposato e disinteressato alle avances dello scolaro, di Marco invece si innamora Fabio, quasi totalmente ignorato dall’oggetto del suo amore. Il tutto, ovviamente si sbloccherà con la fatidica prima volta di entrambi ed un bel bacio sulla bocca. Happy ending assicurato con tanto di nonno guardone che scrive una lettera nientepopodimenoche al papa, noto e fin troppo ascoltato omofobo, per dirgli che ha visto il nipote fare l’amore con il fidanzato e non gli è sembrato proprio nulla di male. Ecco il nocciolo del libro, e il perché andrebbe divulgato a piene mani: non c’è nulla di male ad essere innamorati, a cercare l’amore, a volerlo vivere liberamente, non si capisce perché la destra bigotta che impazza nel nostro paese, affiancata dalla notevole ed intransigente omofobia delle gerarchie vaticane voglia far credere che il male c’è. Ed è proprio questa irrazionale omofobia che scatena il clima di violenza tangibile e che sovente ha il triste onore della cronaca, ciò quando supera i limiti e sfocia in omicidio o poco meno. Ma quanta gente è vittima costante di odio, derisione, discriminazione, come anche uno dei protagonisti del libro, quanti misteriosi suicidi di adolescenti hanno come fattore scatenante l’omosessualità e l’omofobia? Non c’è nulla di male, dicevo, in due persone che si amano, è il messaggio che deve passare, che deve essere divulgato, solo così si potrà sradicare quell’odiosa forma di violenza che in Italia si fa sempre più spesso notare. Quale modo migliore per educare gli adulti del domani ad una maggiore tolleranza se non istruendoli, sin da giovani, che non c’è nulla di male se due ragazzi (o ragazze) si amano. In questo un plauso va alla casa editrice Playground che ha pubblicato questo bel libro, e tanti altri utili a far capire a tanta gente disinformata che “non c’è nulla di male”. Il libro scorre veloce, complici i bei disegni di Daniele Coppi, che esprimono il clima di freschezza e semplicità che permea il libro, e con piglio giovanile dispiega il suo bel messaggio, incantando il lettore, anche commuovendolo un poco, vista la tetra omofobia delle prime pagine dell’opera. Il linguaggio è assai semplice, tipico dell’ambiente dei più giovani, senza scadere mai nell’ovvio o nel rozzo. Un lavoro ben fatto, che piacerà, come già accennato, ai più giovani, ma capace di donare un’oretta di serena lettura a tutti. Ne auspico la diffusione, soprattutto in quegli ambienti dove l’omofobia è solita far capolino.
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