Pubblicato il 12/03/2013 10:47:01
GLI ISTITUTI EDUCATIVI
Dopo molti anni ritorno su questo argomento, alla luce di nuovi eventi che hanno modificato gli istituti educativi. Di questa modifica si potrebbe dare la colpa alla cosiddetta civiltà che sovente si trasforma in inciviltà, alla famiglia spesso permissiva, talune volte assente o di cattivo esempio, alla società, evoluta in taluni settori, ma degradata in altri, a noi stessi, genitori che sovente siamo desiderosi di dare ai nostri figli, in età scolare, quello che noi abbiamo avuto solo dopo molti anni, in gioventù. Ma quali sono, a mio avviso, i principali istituti educativi? 1°) – La famiglia 2°)- La scuola 3°)- Le istituzioni 4°)- I mass media 5°)- La società. Questi solo per citare i principali. Naturalmente la lista potrebbe essere allungata a dismisura coinvolgendo altri settori che potremmo definire di “secondo piano”, cioè di importanza minore. Un vecchio proverbi cilentano così recita:” Figlio re uatti, surece acchiappa”. Anche il figlio dei gatti rincorre i topi per istinto, ma anche perché vede che i genitori lo fanno. Quando la mamma dice una bugia al babbo, anche i figli, nella maggior parte dei casi, si sentiranno autorizzati a dire bugie. La famiglia è importante. A mio avviso non credere nella famiglia come istituto civile e poi religioso, pone molti quesiti. Oggi si parla di coppia gay, di famiglia gay, di matrimonio gay. Ricordiamoci che Dio ha predicato l’amore. Forse anche l’amore tra esseri umani dello stesso sesso può avere la precedenza alla coppia tradizionale, irrequieta, turbolenta, immorale. E qui bisognerebbe fare una netta distinzione tra il settore fisico e quello puramente sentimentale. Il primo non trova giustificazione, il secondo trova, a mio, avviso, addirittura collocazione umana. Anche nel mio quartiere esistono delle coppie gay. Tra i tanti crimini questo mi sembra il meno condannabile se non addirittura giustificabile dal punto di vista umano, sociale e forse…anche Divino. Oggi parlare di istituzioni subito si incappa nella parola “politica”. Su questo argomento, cari lettori, non me la sento di dire la mia. Specialmente in questo periodo di confusione. Comunque, pur non essendo citata tra gli istituti educativi contemporanei, può rientrare alla voce “mass media”. Ci sono taluni argomenti che vengono presentati in salse diverse, a secondo del colore politico. Forse, se fossero presentate nella loro nuda realtà il lettore potrebbe anche capire. Non si può dare ragione a due persone ( o due entità sociali) che la pensano in maniera diversa. Esercito il mio diritto di elettorato attivo da oltre mezzo secolo; ho esercitato il mio diritto di elettorato passivo solamente due volte (Agropoli e Torino), naturalmente con risultati negativi, ma credo ancora nella politica e nelle istituzioni. I mass media su supporto cartaceo o informatico che seguono i miei scritti, hanno superato le centomila unità di visitatori. Oltre centomila persone hanno letto quello che scrivo. I mass media sono in continuo aggiornamento. I lettori che “cliccheranno” questo mio scritto, peraltro già pubblicato, sebbene in maniera diversa, quando facevo ancora il professore, si aggiungeranno ai precedenti. Ma tralasciamo i mass media per annotare due righe sulla società. In continua evoluzione – specialmente informatica – nella quale un essere umano come me, che si avvicina ai tre quarti di secolo d’età, fa fatica a seguire. Eppure bisogna essere attori, anche se non protagonisti, di questa grande sceneggiata che è la vita umana. Quante volte non abbiamo detto la verità per paura di ritorsioni? Quante volte non abbiamo avuto il coraggio di denunciare fatti e misfatti? Quante volte, nell’accingerci a scrivere un articolo per internet o per un giornale o una rivista abbiamo dovuto limare certe espressioni che avrebbero destato l’ira del barone di turno? Ma ogni tanto un polverone lo abbiamo sollevato. Le istituzioni non sono entità stabili, ma instabili…anzi molto instabili. Basta che qualcuno cambi idea, giunga ad un compromesso sovente prezzolato, che il cancro della corruzione rode il sistema politico e sociale, coinvolgendo anche l’etica umana che rappresenta l’ultima spiaggia per la nostra società. Multietnica e multirazziale, la nostra società riveste un ruolo importante sul pianeta terra. L’equilibrio sociale, una equa ripartizione del reddito pubblico, una moralizzazione della vita politica, un superamento delle lotte di classe, la discriminazione razziale, ed una certa apertura mentale, serena e schietta, per quello che ci viene propinato quotidianamente, rappresentano il progresso di un popolo che solo in tale caso potrà definirsi civile. Solo in questa maniera possiamo guardare al futuro con fiducia ed aspettare che esseri di altro pianeta vengano da noi a gustare i fusilli col castrato, le pizze del centro storico di Agropoli, la mozzarella di bufala campana, i salumi del Cilento ed i nostri vini. Eppoi… non torneranno più al loro pianeta, ma resteranno ospiti del Cilento con lo sconto di “extraterrestri”. E perché no: dopo i napoletani ( uno dei primi sono stato io nel 21 ottobre del 1951), poi sono venuti gli extracomunitari ed anche quando arriveranno gli extraterrestri ci sarà spazio pure loro. E penso che dopo aver assaggiato le nostre specialità gastronomiche ed i nostri vini, il sole, il mare ed il paesaggio, diventeranno cittadini cilentani? Ma alle elezioni amministrative, come si comporteranno? Avranno la possibilità di creare un partito extraterrestre? Fosse la volta buona!!!
Catello Nastro agropolicultura.blogspot.com
« indietro |
stampa |
invia ad un amico »
# 0 commenti: Leggi |
Commenta » |
commenta con il testo a fronte »
I testi, le immagini o i video pubblicati in questa pagina, laddove non facciano parte dei contenuti o del layout grafico gestiti direttamente da LaRecherche.it, sono da considerarsi pubblicati direttamente dall'autore Catello Nastro, dunque senza un filtro diretto della Redazione, che comunque esercita un controllo, ma qualcosa può sfuggire, pertanto, qualora si ravvisassero attribuzioni non corrette di Opere o violazioni del diritto d'autore si invita a contattare direttamente la Redazione a questa e-mail: redazione@larecherche.it, indicando chiaramente la questione e riportando il collegamento a questa medesima pagina. Si ringrazia per la collaborazione.
|